In un mondo in cui siamo e saremo sempre più dipendenti da schermi e display, l’ebook, il libro elettronico, è senza dubbio un elemento decisivo nel futuro dell’editoria. Senza voler parlare di forme e contenuti, dei problemi del diritto d’autore, delle possibilità dell’editoria fai da te, le battaglie economiche che sono esplose da un paio d’anni intorno a formati e supporti ne sono una prova inconfutabile. Un elemento nuovo arricchisce il già cospicuo dossier sull’argomento: all’inizio di aprile Yahoo ha depositato due brevetti che permettono la diffusione della pubblicità attraverso gli ebook. Perché no? I giornali sono pieni di pubblicità.

Ma l’astuto sistema (una variazione di quelli che regolano la pubblicità sugli schermi dei trasporti pubblici a seconda dell’orario della giornata, cercando di incontrare desideri e aspirazioni dei mattinieri o dei nottambuli) propone, per esempio, la pubblicità di una bevanda alcolica quando il protagonista del libro si attacca alla bottiglia. Questo pone innanzitutto dei problemi di ordine pratico. Quanto bisognerà essere fedeli al testo? Se nel libro si ubriacano di whisky si potrà fare pubblicità a una birra? Libri come le Storie di ordinaria follia di Bukowski rischiano di contenere più pagine di pubblicità che testo. Il marketing troverà delle soluzioni. Ma che succederà con i libri illustrati o fotografici? Lo shock visivo rischia di risultare eccessivo.

Internazionale, numero 948, 11 maggio 2012

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