Questo autunno, per quello che riguarda le riviste di fotografia, sembra particolarmente allegro e ricco. Tra gli arrivi più interessanti Zum, la rivista semestrale dell’Istituto Moreira Salles di São Paulo. L’equilibrio tra i testi, anche lunghi (e profondi), e i portfolio notevolmente curati è una di quelle meraviglie che permette la convivenza di ensemble storici con altri decisamente contemporanei.
Su tipi di carta che cambiano a seconda dei temi trattati, si riscoprono l’impressionante resistenza per immagini messa in atto da Li Zhensheng nei confronti della rivoluzione culturale cinese, l’esplorazione delle strade statunitensi di Garry Winnogrand, scomparso troppo presto e troppo rapidamente dimenticato, le prospettive delle città di Thomas Struth e infine l’omaggio al giapponese Shomei Tomatsu di cui non si esalta mai abbastanza l’influenza sulle giovani generazioni di fotografi.
E tutto questo coabita in modo perfettamente naturale con le ricerche sul tempo di Rosangela Renno o con i ritratti, semplici e diretti, a colori, che Katy Grannan ha fatto a dei passanti in un grande viale di San Francisco. Degna conclusione l’ultima lunga intervista a Pierre Bourdieu sulle foto scattate in Algeria, durante la guerra. Sarebbe bello se Zum uscisse più spesso. Ma sei mesi non sono molti per mettere insieme tanto materiale.
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