Femminismo e fotografia
È molto probabile che il nuovo presidente degli Stati Uniti non se ne accorga neanche e che in ogni caso non gliene importi gran che. Ma il primo numero dell’era Trump della venerabile rivista Aperture è interamente dedicato al tema del femminismo.
Aperture è un quadrimestrale statunitense di fotografia, fondato nel 1952. Ogni numero ha un tema e, oltre a molte immagini, raccoglie contributi di fotografi, critici e studiosi. L’elegante e spiritosa copertina in bianco e nero dell’ultimo numero evoca la messa in scena surrealista di un ritratto alla Pierrot lunaire di Gillian Wearing nei panni dell’artista Claude Cahun, e comunica perfettamente il tono di fondo. Leggiamo un’analisi seria e ben problematizzata delle fotografe attive tra le due guerre mondiali e una discussione d’insieme sulla nascita del femminismo negli anni settanta, anche tra le donne del blocco sovietico, che si conclude con una serie di riflessioni sui tempi attuali. Il nume tutelare di Martha Rosler viene citato solo di sfuggita ma hanno ampio spazio la sudafricana Zanele Muholi, la spagnola Laia Abril e si scoprono la fotografia terribilmente dinamica della giapponese Yurie Nagashima e l’arte notevole di Farah Al Qasimi, nativa di Abu Dhabi. Ancora una volta un numero di Aperture che è un punto di riferimento per chiunque si occupi d’immagine.
Questa rubrica è stata pubblicata il 10 febbraio 2017 a pagina 88 di Internazionale, con il titolo “Femminismo e fotografia”. Compra questo numero| Abbonati