Siamo genitori da un mese e, oltre che immensamente felici, siamo immensamente esausti. Quando arriva la discesa? –Luis
All’inizio ti dicono che i primi tre mesi sono i più duri: “Quando comincia a sorridere vedrai che cambia tutto”. Ma poi la scadenza si sposta a sei mesi: “Quando mangiano le pappe iniziano a dormire la notte”. A quel punto però scopri che devi superare i primi due anni, “perché quando ci potrai ragionare sarà tutta un’altra storia”. Il miraggio poi si sposta ai quattro anni, “l’età in cui faranno tutto da soli”. Alla fine ti catapultano direttamente ai diciotto perché, lo sanno tutti, “l’adolescenza è un incubo”. La salita non finirà e diventerà sempre più ripida.
Ma nel frattempo voi vi abituerete. Vi rassegnerete. E comincerete a sentire meno la stanchezza. Poi ognuno la vive a modo suo. Ci sono genitori che trovano devastante la catena di montaggio pappa-pannolino-nanna-pannolino e altri che fanno più fatica a negoziare ogni singola cosa con un piccolo testardo di tre anni. Io la vedo come Bill Murray in Lost in Translation: “Quando hai dei figli diventa tutto più complicato. Il giorno in cui nasce il primo è terrificante. La tua vita, così com’era, finisce per sempre. Ma poi imparano a camminare, cominciano a parlare e tu vuoi passare il tempo con loro. E alla fine si rivelano le persone più incantevoli che incontrerai in tutta la tua vita”.
Internazionale, numero 947, 4 maggio 2012
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