Ho un figlio di quattro anni allegro e vivace, davvero difficile da gestire. Ma a scuola è un angioletto. Ha una doppia personalità? –Lucetta

Prima di scomodare la schizofrenia, lascia che ti racconti cosa succede da noi. Io lavoro da casa e mi occupo dei bambini, mentre mio marito arriva la sera e se li coccola e li vizia per un po’. “Ah, tu hai un ruolo materno e lui paterno”, mi dirai. Niente affatto: lui è il poliziotto buono e io quello cattivo. Perché è a questo che si riduce la divisione dei ruoli in molte famiglie.

A me non diverte per niente fare il cane da guardia, ma il mio ruolo dà anche delle soddisfazioni: mesi fa mio marito ha alzato la voce con mia figlia, minacciando di metterla in punizione, e lei lo ha guardato dritto negli occhi e gli ha detto: “Non puoi. Tu non sei il papà che mette in punizione”. I bambini sono come un liquido che si allarga a macchia d’olio finché non trova dei limiti. E sei tu che devi tirare su quei limiti.

La psicologa Irene Bernardini racconta nel suo

Bambini e basta: “I pasti a casa di Linda erano snervanti, Linda non stava mai seduta, si alzava in continuazione, mangiava a singhiozzo, andava e veniva a suo piacimento, i genitori non sapevano più come attirare la sua attenzione per riportarla a tavola. Eppure al nido mangiava benissimo, ferma e composta. Ho domandato a Linda: ‘Perché all’asilo stai seduta?’. La risposta di Linda è stata sorprendente: ‘Perché lì non ci si può alzare’”.

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