Parteciperò a un dibattito con genitori molto attivi nel movimento delle sentinelle in piedi: cosa diresti tu al mio posto?–Viviana
Anche se passo la mattina a scrivere, il resto della mia giornata somiglia a quella di tanti altri genitori: prendo i bambini a scuola; lascio le grandi al corso di atletica mentre vado con il piccolo a fare la spesa; mi dimentico di nuovo di fissare un appuntamento con la pediatra; aiuto le figlie con gli esercizi di lettura; cerco invano di riparare la loro bici; poi gli faccio il bagno, dove loro si divertono un mondo e io ne esco con i vestiti zuppi; gli preparo la cena, cercando di fargli finire la verdura; a un certo punto torna l’altro papà e loro quattro giocano a cuscinate sul letto (e io vorrei spiegare a mio marito che non è il caso di farli agitare a quell’ora, ma ridono tutti troppo felici perché io possa rovinare la festa).
E alla fine favola della buona notte e tutti a letto alle otto, a volte me compreso perché sono esausto. Ma dove trovano il tempo e l’energia per scendere a leggere dei libri in piazza questi genitori attivisti che incontrerai tu?
Io, anche mettendocela tutta, riesco a malapena a prendermi cura della mia famiglia, figuriamoci se ho voglia di manifestare contro quella degli altri. E anche se avessi tempo, me ne resterei comunque a casa, perché la mia famiglia non è merce da dibattito. Io, mio marito e i nostri figli siamo una realtà, non un’opinione.
Questo articolo è stato pubblicato il 21 novembre 2014 a pagina 14 di Internazionale, con il titolo “La realtà dei fatti”. Compra questo numero | Abbonati
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