La caduta della regina
Ormai lo sanno tutti: la regina è caduta. Per colpa della peggiore wardrobe malfunction dai tempi del seno scoperto di Janet Jackson al Super bowl di dieci anni fa, ieri sera Madonna è rovinata a terra durante un’esibizione in diretta tv ai Brit Awards a Londra.
È stata trascinata per il collo da un mantello che un ballerino avrebbe dovuto toglierle, e che invece l’ha fatta rotolare all’indietro su una serie di scalini. Su Istagram, subito dopo la performance, Madonna ha tranquillizzato i fan e ha indicato un colpevole per l’accaduto: Armani. Che le avrebbe allacciato il mantello troppo stretto.
A casa nostra abbiamo assistito alla scena in diretta, mettendoci le mani nei capelli e gridando per l’orrore. Altri invece hanno letto la notizia stamattina, come la mia amica Lorna che mi ha scritto: “Non ho visto i Brits perché sono andata a dormire presto e oggi ho avuto l’impressione di svegliarmi in una nuova era. L’era del mondo dopo la caduta di Madonna”.
Sui social network è partito un prevedibile tam tam di teorie sulla caduta di Madonna come simbolo del declino della sua carriera. Per qualche ora si è diffuso l’hashtag #capefear, un gioco di parole tra il titolo del film e cape, che in inglese significa mantello.
Io però credo che l’aspetto che ricorderemo di questo momento televisivo sarà il modo in cui Madonna ha saputo rialzarsi. Dopo una caduta che avrebbe fratturato il bacino a qualunque altro essere umano, lei ha saputo rimettersi in piedi e ha portato a termine un’esibizione coi fiocchi. Cadere e rialzarsi mentre stava cantando una canzone che contiene il verso “mi hai visto cadere, ma io mi rialzerò” potrebbe diventare un nuovo momento chiave della lunga carriera di Madonna.
Poi siamo tutti d’accordo che la sua recente fase di cinquantenne affamata di sesso non sia proprio di gran gusto. Dopo la sua epoca di maturità spirituale ed elettronica alla fine degli anni novanta, con l’album capolavoro Ray of Light, io ero il primo che fino a pochi giorni fa storceva il naso di fronte alle sue natiche di fuori e i balletti strusciati sugli uomini mezzi nudi.
Poi però ho trovato questo video:
L’idea che a trentaquattro anni Madonna sapesse già che superati i cinquant’anni avrebbe dovuto reprimere il suo sex appeal mi ha illuminato. “Quando raggiungi una certa età non ti è più permesso di essere audace, di avere una sessualità. Alcuni dicono ‘Speriamo che Madonna non faccia ancora queste cose tra dieci anni, sarebbe patetico!’. Ma che v’importa? E se invece le facessi? C’è una regola che me lo impedisce? Cos’è, quando raggiungi i quarant’anni devi semplicemente morire?”.
In questa intervista del 1992 Madonna parlava di ageism, cioè il pregiudizio basato sull’età, un concetto talmente nuovo che in italiano non esiste ancora una parola per definirlo.
Le sue parole mi hanno fatto cambiare idea. Forse dal punto di vista estetico il suo momento cinquantenne sexy non è il mio genere, ma grazie a questo video ora riesco a inquadrarlo in una direzione coerente con il suo percorso. Madonna è ancora Madonna.
E infatti dalla sua caduta di ieri si è rialzata benissimo, tanto che l’esposizione mediatica dell’incidente ha trasformato un’apparizione tv che sarebbe passata quasi inosservata in un fenomenale strumento di promozione del suo nuovo album in uscita tra due settimane, Rebel Heart.
Chi invece deve ancora superare del tutto la caduta sono io. Stamattina mia figlia mi ha rimproverato perché l’avevo presa troppo a cuore: “Papà guarda che è caduta Madonna, mica nonna, eh?”.