Che resterà dell’omofobia tra dieci anni
La mia nipotina di un anno ha un padre decisamente conservatore e come zio vorrei fare la mia parte: come potrò spiegarle un giorno cosa significhi essere omosessuale?
–Alessio
M’immagino voi due tra dieci anni, seduti in un parco assolato con un grosso gelato in mano. Non so come, finirete a parlare di amore, di famiglia, di coppie formate da persone dello stesso sesso e a un certo punto tua nipote ti farà la fatidica domanda: “Zio, cos’è l’omofobia?”. Considerando quanta strada è stata fatta negli ultimi anni, non ci sarà nessun bisogno di spiegarle cos’è l’omosessualità, perché l’avrà scoperto vivendo nel mondo che la circonda.
Una volta che si placherà il fracasso degli ultimi perbenisti, nessun bambino avrà difficoltà a capire che due persone si possono amare a prescindere dal fatto che siano uomini o donne. Quello che tra dieci anni sarà difficile da capire, invece, è perché alcuni avranno ancora pregiudizi nei confronti di chi è diverso. Ai miei figli non ho dovuto spiegare che esistono persone con la pelle scura, ma gli parlo del razzismo.
A tua nipote racconterai che c’è stato un tempo in cui due uomini o due donne non si potevano sposare e che c’erano molte persone, come suo padre, convinte che fosse giusto così.
È una conversazione che potresti avere anche prima di dieci anni. Qualche giorno fa mia figlia mi ha chiesto: “Papà, ma è vero che in Italia due uomini non si possono sposare”. Eh, già. “E perché?”.
Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2015 a pagina 12 di Internazionale, con il titolo “Tra dieci anni”. Compra questo numero | Abbonati