Le punizioni del covid-19
Mio figlio di 7 anni è rientrato da scuola rattristato e mortificato perché era stato messo in punizione durante la ricreazione. La sua colpa? Stava toccando un compagno mentre giocavano. Stiamo arrivando a tanto contro il covid? – Stéphanie
Il primo giorno di scuola, quando sono andato a prendere mio figlio, gli ho chiesto com’era andata e lui ha risposto: “È fichissimo, sembra di stare in carcere!”. Erano entrati in fila indiana distanziata e poi erano rimasti fermi al banco per sei ore, senza scambiare una parola con i compagni, senza andare in bagno e ricevendo il rancio, pardon, il pranzo, direttamente in classe. Nei giorni seguenti la tensione si è leggermente attenuata e sono state introdotte alcune modifiche per rendere la vita scolastica più rilassata.
La riapertura delle scuole è stata uno sforzo titanico compiuto contemporaneamente da politica, amministrazioni, scuole, insegnanti, genitori e, ultimi ma non da meno, bambini e ragazzi. In certi istituti sta andando meglio che in altri, la situazione è tutt’altro che perfetta, ma dobbiamo lavorare con quello che abbiamo e restare collaborativi.
Se ritieni che le regole sul distanziamento applicate nella vostra classe siano troppo severe, parlane nella chat di classe o con l’insegnante. Ma se si è trattato di un caso isolato, puoi spiegare a tuo figlio che le maestre stanno subendo una grandissima pressione e può capitare che siano più nervose del solito. La punizione è stata eccessiva, ma stiamo tutti ancora prendendo la misure e forse per ora è giusto avere un livello di comprensione più alto del solito.
Questo articolo è uscito sul numero 1379 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati