Euro 2016 al via sfidando l’apocalisse
“Guadagnano troppo”, preparatevi a dirlo o a sentirlo dire. In occasione di un Mondiale o – com’è il caso attuale – di un Europeo, il calcio finisce per attrarre nella sua orbita anche i riluttanti all’overdose di pallone che s’impasta giorno per giorno a tutti i mezzi di comunicazione. Succederà; accetterete un invito di quel vostro amico che s’è comprato apposta il televisore nuovo: si cena e si guarda l’Italia. Se ci andate soprattutto per via della cena non potrete chiedere di abbassare il volume, siete avvertiti. Non potete chiederlo neanche se siete una ragazza. Ma potete dire che i giocatori “guadagnano troppo”, quello è ok.
Tanto vale però approfondire: è divertente, anche per chi il calcio non lo segue mai. Prima un po’ di sintesi, proprio per chi sta a zero. L’Europeo di calcio si chiama anche Euro 2016 e si gioca in Francia, per un mese, da oggi fino al 10 luglio, quando ci sarà la finale allo Stade de France di Saint-Denis, Parigi. Poi fino al 2018 (Mondiali in Russia) starete tranquilli. Quest’anno partecipano 24 squadre (c’è anche l’Italia), mentre nella scorsa edizione erano solo 16. Si comincia stasera alle nove, con Francia-Romania: è tradizione che il paese ospitante giochi la prima partita del torneo.
La Uefa, che organizza, associa 57 nazioni d’Europa, piuttosto pacificamente e da molto tempo. Fondata a Basilea nel 1954, l’Union of european football association è uno dei più antichi organismi di governo europeo (la Cee, tanto per dire, nasce nel 1957). I sentimenti antieuropeisti che negli ultimi anni corrodono Bce, Ocse, Maastricht e via dicendo lambiscono appena i dirigenti del calcio: a questi Europei vedremo giocare tanti paesi extracomunitari tra i quali, per la prima volta, Islanda e Albania. E per trovare qualche spinta irredentista avremmo dovuto andare fino in Abkhazia, dove il 5 giugno scorso si è conclusa la Coppa del mondo per nazioni non riconosciute. Per la cronaca hanno vinto i padroni di casa, 6-5 ai rigori contro il Panjab che in semifinale aveva eliminato – sentite – la Padania, sconfitta poi 2-0 da Cipro del Nord, nella gara per il terzo posto.
Senza fiato
Organizzare un evento come gli Europei costa tanto. Un numero su tutti: solo per costruire o ristrutturare gli stadi, la Francia ha speso circa un miliardo e mezzo. L’argomento è caldo, considerato che anche in Italia ci sono campagne elettorali che argomentano quotidianamente sulla costruzione o no di uno stadio: la più forte obiezione è che la resa economica di un grande stadio raramente, negli anni, giustifica i costi di costruzione e mantenimento. Il caso francese di Saint-Denis, dove si gioca stasera, è emblematico e molto discusso in Francia: lo Stade de France, ultimato per i Mondiali del 1998, “inghiotte da vent’anni denaro pubblico”,
sintetizza Libération nella sua presentazione del torneo.
Per di più, come illustra la copertina di Internazionale oggi in edicola, la Francia arriva a questo costoso appuntamento in condizioni che sono state definite “apocalittiche”. C’è il maltempo, per cominciare: le condizioni meteo a Parigi, come racconta Giuliano Milani, rendono felici soltanto gli utenti di Instagram; per quasi ottocento comuni francesi è stato dichiarato lo stato di calamità naturale, e al di là di qualche contingenza ottimistica (“La Francia tira il fiato”, si legge oggi) è certo che nel migliore dei casi tanti incontri si giocheranno sotto un temporale.
Gli scioperi, poi. Da giorni si protesta in Francia contro la riforma del lavoro del governo Hollande. Trasporti e rifiuti sono i settori la cui paralisi sta mettendo più in crisi chi ha a cuore le sorti del torneo: per una decina di giorni il trasporto ferroviario ha funzionato a metà, e siamo in un paese nel quale prendere il treno non è una pittoresca alternativa all’uso dell’auto, ma un punto cardinale del funzionamento del paese stesso. Idem per lo smaltimento dei rifiuti, considerata anche la quantità di immondizia che genera un evento da centomila persone (Francia-Romania di stasera). “C’è un momento in cui uno sciopero va fermato”, ha detto il 7 giugno Hollande, riprendendo una formula celebre in Francia, coniata nel 1936 da Maurice Thorez, storico dirigente del Partito comunista francese, facendo in realtà riferimento alle alluvioni. Ma il meteo e gli eventi sportivi lasciano freddi, per tradizione, i sindacati, che hanno replicato: “Sì, quando si ottiene soddisfazione”.
Negli ultimi dodici mesi l’attaccante Cristiano Ronaldo ha guadagnato oltre 72 milioni di euro
C’è anche l’allarme terrorismo, naturalmente, con assembramenti di 50 e centomila persone e un milione e mezzo di biglietti (su due e mezzo) acquistati da stranieri. Agli spettatori è stato chiesto di presentarsi allo stadio tre ore prima, tanto per dirne una, e la ragione è che questo sarà, a tutt’oggi, l’evento sportivo più sorvegliato della storia, forse più delle Olimpiadi di Londra. Con un brivido in più: la guerra dei droni, di cui magari riparleremo.
Comunque vada, potete dire che i calciatori guadagnano troppo: secondo Forbes lo sportivo più ricco del mondo è Cristiano Ronaldo (e agli Europei c’è anche lui). Negli ultimi dodici mesi l’attaccante portoghese del Real Madrid ha guadagnato più di 72 milioni di euro. Nello stesso periodo ha giocato 55 incontri, tra club e nazionale. Se il match di stasera vi annoia, divertitevi a fare il conto di quanto ha preso Ronaldo a partita.