Il viaggio dei migranti verso l’Europa si ferma a Bolzano
Sono le 10.30 di martedì. Al binario 3 della stazione di Bolzano un gruppo di eritrei osserva con sguardo curioso le vicine cime delle Dolomiti imbiancate. Non avevano mai visto la neve. L’altoparlante annuncia in italiano e tedesco l’arrivo del treno Ec 88, proveniente da Bologna e diretto a Monaco. Un gruppo di poliziotti tiene d’occhio i migranti che si sono mischiati tra i normali passeggeri. Quando tentano di salire gli agenti glielo impediscono, sostenendo che il treno è troppo pieno. Loro esibiscono un regolare biglietto, ma non c’è niente da fare.
Il 26 maggio la Germania ha sospeso per tre settimane l’accordo di Schengen, ripristinando i controlli alle frontiere. La decisione fa parte delle misure di sicurezza straordinarie per il G7 che si svolgerà il 7 e l’8 giugno nel castello di Elmau, sulle Alpi bavaresi. Ora a Bolzano si teme un aumento dei migranti che quotidianamente approdano in quella che la stampa ha già definito la “Lampedusa delle Alpi”. Il paragone è assai improprio, perché i profughi che arrivano in treno non intendono fermarsi qui. Hanno un biglietto in tasca e sono diretti in Germania o nei paesi scandinavi, dove vive qualche parente. Per arrivarci sono disposti a tutto. Un gruppo è stato fermato dalla polizia mentre camminava sull’autostrada, un altro sui binari della linea del Brennero.
Bolzano si è attrezzata per i nuovi arrivati. In stazione sono attesi da una trentina di volontari e mediatori culturali. Una sala d’aspetto è riservata a donne e bambini e c’è anche la Croce rossa. “Registriamo una mobilitazione crescente da parte della popolazione, che ci porta viveri e vestiti. Ci sono alunni di diverse scuole che raccolgono materiale e ci sostengono”, si rallegra Roberto Defant dell’associazione Volontarius. Un supermercato vicino alla stazione raddoppia quello che la gente compra per i migranti: acqua, frutta, pannolini, vestiti.
Mario Deriu, segretario del sindacato di polizia Siulp, è preoccupato. “Qui in tre settimane si potrebbero accumulare anche migliaia di persone. È un problema che dev’essere affrontato”. Molti dei migranti che salgono sui treni vengono respinti già al confine austriaco. Trenitalia ha abolito da parecchi anni tutti i treni transfrontalieri. I convogli per Monaco sono tutti delle ferrovie tedesche e austriache. Da quando è in vigore il trattato di Schengen, a Verona sui treni internazionali sale una “pattuglia trilaterale” di agenti austriaci, italiani e tedeschi che controllano i vagoni. “Sono inutili”, sostiene Deriu. “Perché i profughi non si fermano”. Se vengono fatti scendere da un treno salgono su quello successivo oppure su un regionale fino al Brennero. Se vengono espulsi da Austria e Germania, ci riprovano.
“Noi siamo qui per i bisogni immediati”, spiega Defant. “Un’eventuale emergenza dev’essere gestita dalla provincia”. Ma anche se molti cittadini dimostrano la loro solidarietà, a Bolzano la xenofobia è in aumento. Due settimane fa è bastato un comizio elettorale di Matteo Salvini per regalare quattro seggi alla Lega nord, finora quasi inesistente in città. E Casa Pound ha potuto festeggiare il suo primo seggio in un comune italiano, andato ad Andrea Bonazza, fervido ammiratore di Hitler e Mussolini secondo cui “se ci fosse il duce in Italia le cose andrebbero molto meglio”. Di tutto questo il gruppo di timidi eritrei in attesa al binario 3 non sa nulla. Ma sicuramente conoscono i racconti di come si stava alla grande sotto le armi chimiche dei fascisti in Africa orientale.