Gli italiani residenti all’estero e altre storie
- Per la prima volta in vent’anni, il numero degli italiani residenti all’estero è aumentato più di quello degli immigrati residenti in Italia. Le cause e le conseguenze analizzate sul sito di Redattore sociale.
- E, sempre a proposito di cambiamenti demografici in Europa, un istituto federale di ricerca tedesco ha creato una mappa dettagliatissima al riguardo – la prima che raccoglie i dati di tutti i paesi del continente.
- Il Marshall project, in collaborazione con il New York Magazine, ha pubblicato un lungo e bellissimo articolo sulla prigione di Rikers: la nascita e l’evoluzione del carcere, la vita quotidiana dei detenuti e delle guardie, i loro racconti, la violenza, la solitudine, la paura.
- “Insomma, la democrazia in crisi sembra essere convinta di poter reggere meglio il colpo di ciò che l’ha distrutta in passato – l’odio – rispetto a ciò che potrebbe distruggerla in futuro. È un calcolo senza visione, stupido”. Fabio Chiusi riflette sul linguaggio d’odio senza censure e il razzismo sempre più esibito di Matteo Salvini.
- Di come la televisione (che si dava per morta con la crescita dei nuovi mezzi di comunicazione) ha trovato il modo di monetizzare importanza e influenza – mentre i modelli di business del web sono schiavi del puro traffico.
- Se di recente siete stati a un concerto di grandi dimensioni, è probabile che l’abbia organizzato Live Nation: Lidia Baratta per Linkiesta spiega come la multinazionale ha creato un vero e proprio monopolio sull’intera filiera.
- Il gruppo Stato Islamico utilizza disabili, senza fissa dimora, bimbi (anche di 6-8 anni) e mogli schiave come kamikaze: attingendo sia dai paesi poveri, sia dall’Europa (in aggiunta, potete leggere sullo Spiegel le punizioni terribili previste dalla legge dei jihadisti e gli altri orrori della vita quotidiana sotto il califfato).
- Per evitare la diffusione del virus ebola, in Sierra Leone è necessario seppellire tutti i cadaveri entro 24 ore in un luogo autorizzato e con l’aiuto di un team di esperti. Ma con la diminuzione di nuovi casi di malattia, i più ricchi e potenti hanno ricominciato con le sepolture tradizionali – mettendo a rischio il resto della popolazione.
- “There are two fundamental forces at work here: one is the loss of leverage, with more aspiring journalists than there are jobs and an environment in which content is becoming increasingly commoditized. The other is a shift in identity, with a generation of younger workers less familiar with unions who’ve built personal brands that they can transfer to other media companies”. Un’interessante analisi sulla difficoltà o impossibilità da parte dei giornalisti digitali a creare unioni sindacali e fronti comuni.
- In un suo saggio del 2003, Jesse Browner ha scritto una frase (non particolarmente originale o brillante) sui pasti condivisi con altre persone. Sorprendentemente la frase è diventata virale, spargendosi un po’ ovunque sul web. Come mai?
- Kari Leibowitz ha passato un anno a Tromsø, in Norvegia, dove l’inverno è lunghissimo e quasi senza luce. Eppure, i tassi di depressione sono molto bassi e la vita durante questa stagione è tutt’altro che spiacevole.
- Il primo luglio 2015 il cantautore americano Sufjan Stevens ha compiuto quarant’anni: sul Post c’è una rassegna ragionata e commentata di alcune sue canzoni.
- La situazione (e i costi sociali) dell’obesità in Italia in uno studio presentato di recente a Roma: il 10 per cento della nostra popolazione è obeso, il 40 per cento è in sovrappeso e le proiezioni per i prossimi quindici anni sono piuttosto sconfortanti.
- “The disproportion between the size of the question proposed, and the simplicity of the pretended answer, is the primary marketing hook”. Sam Leith sulla diffusione della non-fiction superficiale: libri che sembrano (o sono) articoli allungati su temi terribilmente semplificati – qual è la chiave della vita sulla Terra, qual è l’equazione che ha cambiato il mondo, quali sono le sei idee che hanno creato la modernità eccetera.
Correzione 6 luglio 2015
Nella versione precedente di questo articolo avevamo scritto che Per la prima volta in vent’anni, il numero di italiani residenti all’estero supera quello degli immigrati residenti in Italia.