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Come sarebbe l’Italia con la marijuana e altre storie
Come sarebbe l’Italia se passasse la legge sulla legalizzazione della marijuana? Fabrizio Patti ha provato a immaginare uno scenario plausibile, basandosi sulle esperienze degli stati americani dove questa droga leggera è già legale.
Con tempismo, su DinamoPress trovate la prima parte di un’analisi attorno alla retorica “emergenza immigrazione” a Roma (e non solo): un sistema che favorisce lo sfruttamento e annienta i diritti dei migranti.
La scarsità di donne tra i migliori giocatori di scacchi al mondo è significativa: ma perché? Purtroppo (come accade in tanti altri settori) il problema giace nella percezione comune degli scacchi come qualcosa “per soli maschi” - il che si porta dietro un certo numero di conseguenze e difficoltà per le giocatrici.
Dino Amenduni ha riassunto e commentato le ragioni della sfiducia italiana verso il giornalismo politico: predominanza del retroscena sui fatti, tifo invece di oggettività, informazione autoreferenziale, dominio del lancio delle agenzie e scarsa libertà di critica dovuta a un “volemose bene” fra cronisti e politici.
Le forme di “acquisto etico”, le ispezioni nelle fabbriche e il boicottaggio nei confronti dei grandi marchi servono ancora a fermare lo sfruttamento dei lavoratori? Secondo il lungo e interessante articolo di Michael Hobbes, la risposta purtroppo è no. L’economia della produzione e della distribuzione dei vestiti è cambiata completamente, e ci vogliono opzioni più radicali: “Advocating for boring stuff like complaint mechanisms and formalized labor contracts is nowhere near as satisfying as buying a pair of Fair Trade sandals or whatever. But that’s how the hard work of development actually gets done: not by imploring people to buy better, but by giving them no other option”.
Se fate yoga, dovreste leggere questo articolo di Susanna Barkataki in cui l’autrice spiega come decolonizzare la vostra disciplina. In Occidente, infatti, molte delle pratiche che cadono sotto il termine yoga (e la loro rappresentazione: eleganti posture eseguite per lo più da belle donne bianche) sono un’autentica mistificazione.
Alain Badiou ha elaborato undici tesi ispirate dalla situazione greca, al fine di inserire in un contesto più ampio la crisi ellenica. “Allo stato attuale delle cose tutto si gioca a livello globale. Trasformare la causa greca in causa internazionale ad alto valore simbolico è una necessità, quindi un dovere”.
Nei filtri di Instagram e nella rielaborazione delle luci di un’immagine è contenuto un sottile e potenziale elemento di razzismo: “quieto”, lo chiama Morgan Jerkins nella sua interessante analisi.
La maggioranza dei bambini poveri in Gran Bretagna proviene da famiglie di lavoratori: nonostante la diminuzione di famiglie in preda alla disoccupazione totale, la diseguaglianza e la miseria permangono. Suggerendo che il lavoro non è più l’automatica via d’uscita alla povertà: servono nuovi strumenti di sostegno sociale.
La più grande serie di torte in faccia di tutti i tempi: la trovate in The battle of the century, un film di Laurel e Hardy creduto perduto per decenni.
“Con l’esperienza mi sembra che una delle cose più importanti nel raccontare una storia sia far sì che una cosa sia molto ben incollata all’altra, la precedente alla successiva e dopo al limite poco importa cosa stai raccontando, ma questa colla – tra una vignetta e l’altra, tra una pagina e la seguente – deve essere molto forte, anche quando vai a raccontare una rottura, un salto temporale: con questa calamita, a prescindere da cosa stai raccontando, è come se tu stessi ipnotizzando chi ti sta leggendo”. Il fumettista Manuele Fior intervistato su fantascienza, tecnologia, futuro e narrazione per immagini.
Il Washington Post ci regala un divertente ritratto di Dave Grohl, ex batterista dei Nirvana e leader dei Foo Fighters – probabilmente una delle rockstar più simpatiche degli ultimi vent’anni, oltre che un autentico drogato di caffeina (e basta).
A quanto pare, il governo giapponese sta tentando di eliminare i dipartimenti di studi umanistici dalle università, favorendo invece corsi di studio che darebbero competenze professionali più immediatamente spendibili.
Gli interisti (ma probabilmente tutti gli appassionati di calcio) si ricordano bene di Gresko, il terzino nerazzurro protagonista dello scudetto perso del 2002. Bene: oggi Gresko ha appeso le scarpette al chiodo e si occupa di marketing del teatro.
“It’s that behind the fun is something more pernicious: by weaving historic and cultural milestones into its logo, Google is trying to retroactively brand the whole of human progress – perhaps the very notion of progress – as its own”. Perché i doodle di Google hanno un lato pericoloso.