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Gli utenti dei social network sono felici di essere dei prodotti e altre storie
Rob Horning prova ad aprire un nuovo fronte di critica sui social media; invece di pensare agli utenti come individui sfruttati e resi inconsciamente prodotto, proviamo a pensare agli utenti come individui che sono ben lieti di essere trattati da prodotto.
Jon Ronson intervista sette attori che hanno recitato il ruolo di terroristi islamici in film e serie tv americane: umiliazioni, banalizzazioni cinematografiche, un po’ di senso di colpa, e Chuck Norris che ti spara mentre provi a gridare “Allauh Akbar!”.
La storia di Ronda Rousey, ex judoka e campionessa di mixed martial arts, femminista e attrice (i video dei suoi combattimenti sono abbastanza impressionanti).
Sulla New York Review of Books, Richard J. Evans discute un buon numero di testi sulla struttura e le condizioni dei campi di concentramento nazisti: il risultato, più che una recensione collettiva, è un interessante saggio sul tema.
La differenza del potere d’acquisto dell’euro nei vari paesi del continente, sulla base di un paniere di beni stabilito da Eurostat.
L’identità dei migranti minorenni in Europa è spesso definita in maniera molto forzata e priva di sfumature: “Symbolically they are only allowed to play one of two roles. They must be either a ‘victim of child trafficking’, who should be protected and kept within the narrow confines of government institutions, or an ‘illegal migrant’, whom governments will be ready to expel”.
A Donetsk, in Ucraina, le persone rimaste vivono nei seminterrati e nei rifugi sotterranei, bevendo acqua delle pozzanghere e nutrendosi degli aiuti umanitari.
Il movimento Black lives matter compie due anni: ed è ormai uscito dai confini statunitensi per diventare, lentamente, una forma di resistenza globale.
“Confrontando l’industria culturale contemporanea con quella descritta all’inizio del secolo dai suoi critici, si nota una trasformazione notevole. Se prima l’industria era riconoscibile per via di tutto ciò che escludeva (opere presunte d’avanguardia, rivoluzionarie, sovversive) oggi lo è per via di tutto ciò che include. […] Ma cosa accade quando la domanda e l’offerta sono tanto irrilevanti da non rappresentare nemmeno una nicchia?”. Raffaele Alberto Ventura, attraverso un percorso che va da Horkeimer e Adorno alla teoria della coda lunga di Anderson, passando per Andrea Diprè, ipotizza che “la produzione culturale oggi non si presenta più come lavoro ma come consumo”.
In India, i templi sono da sempre grandi depositi di ricchezze. Dunque non stupisce troppo che il tempio Tirupati Balaji (già proprietario di terreni e complessi commerciali) sia da poco diventato un azionista nel mercato finanziario locale.
Un bel saggio di David Graeber sulla struttura base del dominio dell’uomo sull’uomo, che getta luce anche sulle dinamiche del bullismo scolastico. “And this, I propose, is the critical human flaw. It’s not that as a species we’re particularly aggressive. It’s that we tend to respond to aggression very poorly”.
Un reportage da Exarcheia, il celebre quartiere anarchico di Atene: la storia della zona, le sue varie anime politiche, e un’intervista all’attivista Antonios che spiega come il patto degli antagonisti con Tsipras sia ormai rotto.
Lo SpiegelintervistaSelahattin Demirtaş, copresidente del filocurdo Partito democratico dei popoli (Hdp): si parla della repressione di Recep Tayyip Erdoğan, della guerra ai jihadisti dello Stato islamico e delle posizioni della Nato, e naturalmente dei rapporti fra Hdp e Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk).
Settant’anni dopo Hiroshima e Nagasaki, gli effetti dello sviluppo degli armamenti nucleari si fanno sentire ancora. Secondo David Marcus, il possesso della bomba atomica ha creato un tipo di risposta emergenziale talmente incomprensibile e una rete di controllo burocratico così impenetrabile da aver offuscato le capacità politiche e morali dei cittadini e messo seriamente a rischio il processo democratico.