Michael Moore usa una parola forte: “disertore”. George W. Bush deve rispondere all’accusa di essersi imboscato per non fare il servizio militare. Niente di grave, in fondo, se non fosse che Bush e i suoi uomini hanno mandato in guerra migliaia di soldati. E negli stessi giorni in cui la stampa ha avanzato i sospetti sul passato del presidente, Donald Rumsfeld, segretario alla difesa, ha annunciato che avvierà un’indagine interna dopo le denunce di ottantotto soldatesse americane che hanno accusato i loro commilitoni di averle stuprate in Iraq e in Afghanistan. Secondo il Denver Post, il quotidiano che per primo ha tirato fuori la storia, sono migliaia negli ultimi dieci anni i casi di violenza contro le soldatesse. Non che negli eserciti di altri paesi le cose vadano meglio, ma dalle forze armate della nazione che ha deciso di esportare la democrazia nel mondo ci si aspetterebbe un comportamento esemplare, che punisca e non copra – come invece sembra sia accaduto finora – i soldati colpevoli di stupro.

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