Alcuni lettori ci hanno scritto, turbati dalla copertina del numero scorso. Esistono regole e limiti alla pubblicazione di immagini che documentano l’orrore della morte? Sì, anche se la questione è molto delicata e non c’è una sola risposta valida. Internazionale, per esempio, cerca di evitare un uso gratuito o immotivato di queste fotografie. In una scuola vengono uccisi duecento bambini. L’atrocità della notizia va rappresentata con una delle vittime o con una madre che piange? In tutto il mondo i giornali si sono divisi. Noi abbiamo scelto la strada indicata da Michael Ignatieff, che nel libro Magnum° (Contrasto) scrive: “Sembra sempre inadeguato documentare oscene crudeltà, ma queste foto sono essenzialmente destinate al futuro. Noi, che non abbiamo vissuto quei fatti, dobbiamo la nostra certezza della realtà di quegli abomini alle foto (…). La fotografia non può arrestare hic et nunc il male, ma ne impedisce la negazione in futuro”.
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