Lampadine, candele, fiammiferi, libri, strumenti musicali, matite, vestiti, scarpe, materassi, lenzuola, federe, pasta, tè, caffè, cioccolato, noci, shampoo, balsamo per capelli, automobili, frigoriferi, computer, computer portatili, cemento, calcestruzzo, legname da costruzione, frutta sciroppata, succhi di frutta, marmellata, giocattoli di plastica, albicocche, prugne, uva, avocado, carne in scatola, pomodoro concentrato, noce moscata, ciliegie, kiwi, mandorle, melograni, zucche, angurie, cipolle, salvia, pepe nero, patatine fritte, frutta secca, stoffa, carta, vasi da fiori, carote, piante d’appartamento, coriandolo, sesamo, articoli per la scuola, biscotti, omogeneizzati per bambini, acqua minerale, aceto, carne fresca, giornali, rasoi, stufe, canne da pesca, cavalli: sono alcuni dei prodotti che nel corso degli ultimi tre anni Israele non ha fatto entrare nella Striscia di Gaza per ragioni di sicurezza.

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