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Andò così. Era l’inizio di settembre del 2006 e Gaetano Sateriale chiamò in redazione. “Buongiorno, sono il sindaco di Ferrara. Non ci conosciamo, ma sono un vostro abbonato e ho una proposta da farvi: perché non organizzate un festival nella nostra città?”. Un anno dopo, in una di quelle mattine fredde e nebbiose dei primi di ottobre a Ferrara, ci aspettavamo il solito pubblico dei convegni in cui si discutono i grandi temi di politica estera. Trovammo invece una piccola folla di lettori e lettrici arrivati da tutta Italia, per lo più giovanissimi, entusiasti e curiosi.
Quest’anno sarà la decima volta, e l’idea di fondo è rimasta la stessa: tre giorni di incontri e dibattiti, proiezioni e mostre, musica e workshop, che sono come sfogliare un grande numero di Internazionale dal vivo. Altre cose invece sono cambiate. La piccola folla è cresciuta. Sono nate storie d’amore, amicizie e nuove passioni.
Il sindaco di oggi è Tiziano Tagliani, e con il suo vice, l’assessore alla cultura Massimo Maisto, continua a promuovere con convinzione il festival. La città ha imparato a convivere con l’improvvisa invasione di ottobre e forse addirittura ad apprezzarla. Di sicuro le migliaia di pacifici invasori hanno scoperto, o ritrovato, i cortili, i palazzi, le strade, le piazze, i giardini, l’atmosfera, la storia e la bellezza di una città davvero speciale. E con l’impegno della squadra dell’Arci di Ferrara, e dei tanti volontari, tutto è sempre filato liscio. Il clima che si respira durante il festival, soprattutto quando c’è la complicità delle giornate di ottobre assolate e ancora calde, è difficile da descrivere.
È l’immagine di un paese che tutti cercano e dicono di desiderare. Ed è così sorprendente che qualche anno fa l’editore Giuseppe Laterza prese carta e penna per raccontarlo sull’Unità: “Migliaia di ragazzi, provenienti da tutta Italia, che decidono di trascorrere un fine settimana ad ascoltare giornalisti e intellettuali che parlano dei problemi del mondo. Questa non vi sembra una notizia?”.
Per la decima volta, anche quest’anno aspetteremo l’inizio con la stessa leggera ansia, sperando che tutto vada bene, che gli ospiti siano arrivati, che il tempo regga, che le porte si aprano e che lentamente la sala cominci a riempirsi.
Questa rubrica è stata pubblicata il 30 settembre 2016 a pagina 9 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati