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Meccanica

“L’ostilità nei confronti dei giornalisti, che in vari paesi diventa odio alimentato dai leader politici, è sfociata in atti più gravi e più frequenti, che provocano un aumento dei rischi e, di conseguenza, della paura, arrivata in alcuni posti a livelli inediti”. La meccanica della paura è il titolo dell’ultimo rapporto di Reporters sans frontières (Rsf), uscito il 18 aprile.

Durante tutto l’anno scorso la libertà di stampa è diminuita in molti paesi e le zone considerate sicure per i giornalisti si sono ridotte. Solo il 24 per cento dei 180 paesi presi in considerazione dal rapporto ha una situazione definibile buona o molto buona; era il 26 per cento l’anno prima. In testa alla classifica annuale di Rsf c’è sempre la Norvegia, accompagnata da Finlandia e Svezia. In coda invece la Corea del Nord ha lasciato il posto al Turkmenistan, e i due paesi sono preceduti dall’Eritrea e dalla Cina. L’Italia guadagna tre punti, ma resta al 43° posto, gli Stati Uniti perdono tre posizioni, peggiora la situazione in Brasile, Venezuela e Russia. Record positivo per l’Etiopia, che sale di quaranta posizioni. Record negativo per la Repubblica Centrafricana, che scende di trentatré posizioni.

In generale l’Europa è ancora il continente più sicuro per i giornalisti, ma anche qui la situazione si sta deteriorando. Il rapporto di Rsf ricorda gli omicidi di Daphne Caruana Galizia a Malta, di Ján Kuciak in Slovacchia e di Viktoria Marinova in Bulgaria, oltre alle aggressioni in Serbia e in Montenegro. E dalla Francia viene l’esempio più chiaro della “meccanica della paura” che dà il titolo al rapporto. Durante le manifestazioni dei gilet gialli si sono moltiplicati i casi di giornalisti aggrediti sia dai manifestanti sia dalla polizia, che cerca di impedirgli di fotografare e di filmare arrestandoli senza motivo o sparando contro di loro pallottole di gomma e lacrimogeni. Al punto che molte troupe televisive hanno deciso di seguire i cortei facendosi accompagnare da servizi di sicurezza privati.

Questo articolo è uscito nel numero 1304 di Internazionale. Compra questo numero|Abbonati

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