Ricardo Piglia, Bersaglio notturno
Feltrinelli, 249 pagine, 16,00 euro
Ricardo Piglia è uno dei più seri intellettuali argentini di questi anni, grande specialista della letteratura latinoamericana a partire da quella del suo paese (che non ha solo Borges e Cortázar). Scrive anche romanzi polizieschi, tra cui, più di dieci anni fa, l’ottimo Soldi bruciati (pubbicato sempre da Feltrinelli). Questo Bersaglio notturno parte come romanzo della immensa provincia della pampa, un po’ alla Puig, ma cresce come investigazione economica (sempre di soldi si tratta, nella vita sociale, sempre di truffe e di traffici finanziari e capitalisti) e sfocia in inquietudini metafisiche, verso astrazioni di buona sostanza teorica.
C’è un mulatto afroamericano che arriva da lontano, ci sono fantini e portieri di notte, due sorelle (gemelle) e due fratelli (uno dei quali è il vero protagonista, con la sua estrema ossessione imprenditoriale) e il loro padre magnate e una madre che se n’è fuggita (e sembra un Faulkner minore o un film di Sirk: “Ma cos’è, un melodramma?”, “Certo, che ti aspettavi?”), c’è un magistrato corrotto e corruttore, ma anche un poliziotto saggio che finisce in manicomio e un giornalista venuto dalla capitale, sfiduciato e bogartiano. Ci sono note e digressioni che dilatano, c’è sociologia e filosofia ma c’è soprattutto buona letteratura, di genere e oltre il genere.
Internazionale, numero 895, 29 aprile 2011
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