Benedetta Tobagi, Una stella incoronata di buio
Einaudi, 470 pagine, 20 euro
Dopo aver scritto di suo padre, Benedetta Tobagi torna sugli anni di piombo ricostruendo con ostinazione e passione la “Storia di una strage impunita”, cioè quella di piazza della Loggia a Brescia del 28 maggio 1974. È una sorta di continuazione e messa a punto di un modello, quello di La strage di stato, che un gruppo di giornalisti scrisse a ridosso di quella milanese del 12 dicembre 1969. Sono passati tanti anni, e non si è mai fatta chiarezza e tanto meno giustizia su esecutori e mandanti delle due stragi né di tanti altri tragici avvenimenti di quel tempo, a causa dei depistaggi, delle omissioni, delle protezioni di cui godettero i terroristi neri da parte di molti organi dello stato.
La ricostruzione è solida e l’emozione non vince sulla necessità di far chiarezza, ma quel che più ci ha colpito è la prima parte, le figure di alcune delle vittime: Livia Milani e i suoi amici Clem e Alberto, tutti e tre insegnanti. È Manlio, operaio e sindacalista, vedovo di Livia, ad avere accompagnato Benedetta, nata nel 1977, nella sua ricerca durata anni. La figura di Livia, militante di base, ci fa capire l’enorme diversità proprio antropologica tra la comune sinistra di un tempo e un oggi senza sinistra, la differenza tra un paese dove la sinistra c’era e uno dove la si è lasciata morire. Per fare confronti, e pensare al nuovo anno.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it