A metà degli anni cinquanta del novecento, nel pieno della ricostruzione e agli albori del boom, anche le donne cambiavano. E alle giunoniche Mangano e Lollobrigida, Pampanini e Loren amate da un pubblico che apprezzava le prosperose per contrasto con la propria fame, si aggiunsero – giovani snelle eleganti e sbarazzine, ben fatte ma magre sulla scia del successo internazionale di Audrey Hepburn, nel gusto del nostro pubblico – Elsa Martinelli, non a caso un’indossatrice, e Marisa Allasio e Virna Lisi, che mostrarono come i gusti di una parte del pubblico andassero affinandosi.
Virna Lisi sembrava la più delicata delle tre, ma durò più a lungo perché instancabile lavoratrice, professionista coerente. Dopo qualche piccolo musical partenopeo e tanti sceneggiati televisivi, fece pure del “teatro impegnato”, per imparare il mestiere, con Strehler (I giacobini di Zardi) e Squarzina (il suo spettacolone nazional-popolare-resistenziale La romagnola, che vidi al Valle di Roma, in una serata disturbata come quasi tutte, dai teppisti neofascisti).
Fece molto cinema, non sempre memorabile, ma ebbe tre grandi occasioni: nel capolavoro di Germi Signore & signori fu la cassiera veneta che ama riamata un uomo sposato, in Come uccidere vostra moglie di Richard Quine fu la moglie italiana di un patetico maschilista, Jack Lemmon, e infine, quindici anni dopo, nel 1980, fu la matura ingrassata protagonista di un bellissimo melò di Alberto Lattuada, La cicala, un ritorno critico al romanzo d’appendice, e fu questa la sua migliore interpretazione, nel ruolo della gestora di un bar e distributore di benzina nel mezzo delle nebbie padane, un’ex prostituta in conflitto con una figlia ribelle e con uomini inaffidabili.
Gli altri film e sceneggiati tv, affrontati sempre con professionismo ineccepibile, non sono stati di questo livello. Virna Lisi non ha avuto le occasioni che avrebbe meritato e che forse non ha cercato. I suoi occhi chiari e la sua bionda signorilità contrastavano con i personaggi forti e poco borghesi dei film citati e ne hanno fatto un modello femminile in anticipo sui tempi.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it