Scene napoletane
Giuseppe Marotta
San Gennaro non dice mai no
Alessandro Polidoro editore, 242 pagine, 16 euro
Ci vuole coraggio a fare l’editore a Napoli, se non si è nel giro universitario. Molti insistono a provarci in modi egregi e originali (L’ancora del Mediterraneo, Cronopio). La Nobel di quest’anno (una grande poeta, Louise Glück) era nota in Italia grazie a un traduttore come Massimo Bacigalupo e al minimo editore Giano, poi assorbito da Neri Pozza, e a un appassionato libraio-editore napoletano, il Di Maio di Dante & Descartes. Si fanno gli auguri anche alle edizioni Polidoro, che ripropongono i racconti-reportage di Marotta, che fu autore best seller (i racconti di L’oro di Napoli, le divagazioni di Gli alunni del sole, i ritratti di A Milano non fa freddo), inventore dei grandi settimanali milanesi del dopoguerra e il più originale dei critici cinematografici.
San Gennaro non dice mai di no racconta una Napoli travolta dalla guerra e dalla miseria ma che resiste e continua a imporre una propria cultura e visione: Croce, Eduardo, Totò, la sceneggiata, le canzoni. Marotta torna a Napoli nel 1947 e la racconta da par suo, luoghi e persone, fatti e misfatti, incubi e sogni. Alcuni pezzi sono rimasti famosi, come quello sul “re di Poggioreale”, ma tutti comunicano, nella loro ammirevole vivacità, una simpatia ben colta dal giovane curatore (e scrittore) Alessio Forgione.
Questo articolo è uscito sul numero 1381 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati.