Certe questioni sembrano spaccare il mondo in due lungo una linea di demarcazione che lascia poco spazio ai compromessi: la guerra in Iraq, l’energia nucleare, il vaccino morbillo-parotite-rosolia, i test sugli animali… Ma tra tutti i problemi che ci assillano, e ai quali vorremmo trovare una risposta, uno più degli altri ha suscitato l’interesse dei miei lettori e ha prodotto una valanga di richieste di chiarimenti: è meglio asciugarsi le mani con le salviette di carta o con gli asciugamani elettrici a getto d’aria calda? È arrivato il momento di rispondere.

Molti fanno tesoro del tempo prezioso trascorso in bagno per riflettere sui mali del mondo. Archimede è la dimostrazione pratica di come non sia mai tempo perso. Insomma se di fronte al dilemma “salvietta di carta contro asciugamani elettrico” ci assale l’angoscia per l’impatto ambientale prodotto da ogni nostra scelta, è il caso di affrontare l’argomento. Il problema, purtroppo, è che dare una risposta definitiva al quesito non è affatto facile. Anzi, a confondere ancor più le acque ci si sono messi i produttori di asciugamani elettrici: hanno fatto di tutto per convincere la gente che i loro prodotti rappresentano la soluzione migliore.

Sentiamo le loro ragioni. La World dryer corporation (bel nome, non trovate? A quanto pare, l’ambizione di dominare il mondo è ancora viva e vegeta nel settore degli asciugamani elettrici) è la principale distributrice di statistiche a favore degli asciugamani automatici. Ecco un saggio del suo monolitico punto di vista: “I fatti: per produrre una tonnellata di carta servono 17 alberi”; “I fatti: una tonnellata di carta da smaltire occupa tre metri cubi di discarica”; “I fatti: per produrre una tonnellata di carta si inquinano quasi 76mila litri di acqua”.

Poi, con arrogante soddisfazione, la compagnia aggiunge che negli Stati Uniti un normale fast food consuma ogni anno 25-35 casse di salviette di carta a più veli da quattromila pezzi, l’equivalente di 329-460 chili di rifiuti perfettamente “superflui”. Ma il migliore esempio della sua campagna di “sensibilizzazione” è forse questo: “Una scuola qualunque senza asciugamani elettrici World dryer può arrivare a consumare cinque tonnellate di salviette di carta, l’equivalente di 89 alberi!”. In altre parole, “usate i nostri apparecchi, o a farne le spese saranno le foreste”.

Forse avrete notato anche voi quanto siano scarse le informazioni e le analisi comparate su, che so, il consumo energetico associato all’uso degli asciugamani elettrici. O sul consumo di energia e di materiali necessari per fabbricarli. O sull’inquinamento atmosferico causato per alimentarli.

Ma anche se tutti questi fattori fossero inclusi nell’equazione, calcolare l’impatto prodotto dalle due opzioni nel loro intero ciclo di vita sarebbe comunque complicato, soprattutto perché ognuno di noi si asciuga le mani in modo diverso, impiega tempi diversi per farle asciugare, ha le sue preferenze sul grado di “asciuttezza”. Alcuni, per esempio, agguantano una manciata di salviettine, invece di accontentarsi di usarne una o due.

Variabili di questo genere portano a risultati molto differenti quando si cerca di valutare l’impatto ambientale delle due soluzioni. Negli anni novanta la facoltà di Scienze biologiche dell’università di Westminster (sponsorizzata, va detto, dall’Associazione dei produttori di salviette di carta) ha condotto alcuni studi per determinare il diverso grado di igiene dei due sistemi. Gli studi hanno rivelato che gli asciugatori ad aria calda “aumentano la concentrazione di batteri presenti sulle mani in media del 255 per cento”, mentre le salviette la riducono “in media del 58 per cento (carta) e del 45 per cento (cotone)”.

È sicuramente un dato importante per luoghi pubblici come ristoranti, scuole e ospedali (per la cronaca: le salviette di carta sono state inventate nel 1907 per impedire che il raffreddore si diffondesse tra gli studenti di Filadelfia). Ma gli studi hanno rivelato anche altro: quando usiamo un apparecchio elettrico per asciugarci le mani impieghiamo il doppio del tempo (fino a 25 secondi) necessario per asciugarle con una salvietta di carta o cotone (circa 10 secondi).

Inoltre, per ottenere un grado di asciugatura del 95 per cento servono 43 secondi con un asciugamani elettrico e 12 con una salvietta di carta. Lo scorso anno un gruppo tedesco specializzato in ricerche di mercato ha dimostrato quello che avevamo già capito per conto nostro: il 54 per cento degli intervistati infatti ha dichiarato di preferire le salviette di carta; solo il 24 per cento preferisce gli asciugamani elettrici, mentre uno sparuto 11 per cento opta per gli asciugamani di cotone.

Finché non uscirà uno studio indipendente e dettagliato del ciclo di vita dei due prodotti, il dibattito sull’impatto ambientale delle due soluzioni rimane aperto. In attesa di uno studio di portata così epocale, per ora ci conviene fare come quando le salviette sono finite e l’asciugamano elettrico è rotto: asciugare le mani “sventolandole”.

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