I simpatizzanti di Milton Friedman e John Maynard Keynes si sono sfidati sul tema della crisi globale al Festival dell’economia di Trento. In palio c’era la Champions league della recessione, il riconoscimento per chi ha saputo capire meglio la crisi. E come ormai succede spesso nelle finali internazionali dei tornei di calcio, le due squadre sono andate ai tempi supplementari e poi ai rigori.
Ma dato che il pareggio tra liberisti e statalisti proseguiva a oltranza, dopo ore e ore di tiri in porta gli organizzatori hanno deciso di sospendere la competizione senza assegnare la coppa.
A Firenze alcuni analisti e membri di ong internazionali hanno affrontato lo stesso tema a Terra futura. Non era un torneo, ma solo un dibattito. Economisti, banchieri etici, ecologisti, intellettuali, tantissimi giovani e anche alcuni politici e sindacalisti hanno proposto una lettura olistica della recessione, che lega il crollo di Wall street a quello dei ghiacci dell’Artico. Il pubblico ha rispolverato termini che si usavano in passato: controllo dei mezzi di produzione, plusvalore e sfruttamento dei lavoratori precari.
Marx, come tutti sanno, non giocava a calcio ma tirava bene in porta. Forse la Champions league della recessione dovremmo darla a lui.
Internazionale, numero 798, 5 giugno 2009
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