Aspettando i Golden globes
Nella notte tra domenica e lunedì verranno assegnati i Golden globes 2021. Di solito in questo momento dell’anno i premi distribuiti dall’associazione dei giornalisti stranieri di Hollywood (Hfpa) sono stati archiviati da un pezzo e si parla solo di Oscar. Ma quest’anno tutto è diverso. Conosceremo le nomination per gli Oscar solo il 15 marzo e la cerimonia di premiazione è fissata per il 25 aprile. In questa stagione insolita i Globes potrebbero essere più che mai indicativi della direzione che può prendere l’industria hollywoodiana. Ma l’Hfpa, si sa, ama distinguersi per le sue scelte imprevedibili o (come nel caso della totale esclusione della serie tv I may destroy you) incomprensibili.
Favorito per la vittoria come miglior film drammatico è Nomadland di Chloé Zhao. Il film che ha vinto il Leone d’oro a Venezia è dato in leggero vantaggio su Il processo dei Chicago 7 di Aaron Sorkin. Gli altri candidati sono The father, che l’autore francese Florian Zeller ha tratto dal suo dramma teatrale, Mank di David Fincher e Promising young woman di Emerald Fennell (che interpreta Camilla Parker Bowles in The crown, serie che ha sei candidature). A parte The father, tutti gli altri film hanno la nomination anche per la miglior regia, che dovranno contendere a Regina King per One night in Miami.
Cinquina curiosa quella dei registi. Due pezzi grossi di Hollywood come Fincher (che ha già fatto la doppietta di globi per film e regia nel 2011 con The social network) e Sorkin (che con Social network fu premiato come sceneggiatore) se la devono vedere con due attrici (King e Fennell) al debutto dietro la macchina da presa e con la pechinese Zhao, che ha da poco finito le riprese degli Eterni, uno dei tanti progetti del Marvel cinematic universe. Impossibile non fare il tifo per la regista cinese. E in ogni caso, che vinca o no, mi piace pensare che proprio lei possa rappresentare una delle nuove direzioni che prenderà l’industria, come dicevo prima.
Un’altra donna per cui tifare è Vanessa Kirby, candidata come miglior attrice protagonista di un film drammatico. Nello specifico, Pieces of a woman. Non è la favorita. Tutti sembrano puntare su Carey Mulligan per Promising young woman. Sono entrambe londinesi ed entrambe recitano in ruoli di donne statunitensi che devono fare i conti con dei traumi. Sono settanta le nomination per gli attori in quattordici diverse categorie. Se c’è una sfida che mi terrà sveglio la notte di domenica, sarà probabilmente quella tra Mulligan e Kirby. E anche se la vittoria di Mulligan è data quasi per scontata, sarebbe bello che Kirby facesse la doppietta con Venezia (coppa Volpi).
Sempre per proseguire su questa linea non si può non citare una terza attrice britannica, di Norwich questa volta. Olivia Colman ha già vinto tre Golden globe, per The night manager nel 2016 (come non protagonista), per La favorita nel 2019 e per The crown nel 2020. Quest’anno ha due candidature: una di nuovo per l’interpretazione di Elisabetta II (miglior attrice in una serie drammatica) e l’altra per The father (miglior attrice non protagonista in un film drammatico). Secondo Variety vincerà tutti e due i premi. Perché no?
Potremmo andare avanti, magari parlando della predestinata Anya Taylor-Joy (due nomination: ancora una regina, anche se degli scacchi; e l’ultima versione di Emma di Jane Austen) o, per spirito di contraddizione, della vera grande assente alla serata, Michaela Coel con la sua I may destroy you (che occasione sprecata dai giornalisti stranieri di Hollywood!). Ma è tardi e ancora non ho deciso che film vedere questa sera. Buoni Globes a tutti.