Chi vincerà gli Oscar?
La 96esima edizione dei premi Oscar, che saranno assegnati nella notte tra il 10 e l’11 marzo a Los Angeles, sembra avere un vincitore annunciato. Finora Oppenheimer di Christopher Nolan, che si è guadagnato tredici nomination (con buone probabilità di aggiudicarsi sei o sette statuette), ha vinto tutto quello che poteva vincere. Cinque Golden globe, otto Bafta (l’Oscar britannico), praticamente tutti i premi delle gilde professionali di Hollywood (Pga, Dga, tre Sag award), molto indicativi perché i loro associati compongono anche una grossa fetta dei componenti dell’Academy, i cui voti decidono i premi Oscar.
Certo, durante la notte degli Oscar c’è sempre qualche sorpresa, ma anche nelle categorie dove Oppenheimer non ha ottenuto nomination, per esempio quella per la miglior attrice protagonista, i giochi sembrano fatti. La favorita è Lily Gladstone, prima attrice nativa americana a ricevere la candidatura in questa categoria. Difficilmente l’Academy si lascerà sfuggire la possibilità di piazzare una pietra miliare nella storia degli Oscar.
Dispiace per Emma Stone e per la sua clamorosa performance nei panni di Bella Baxter in Povere creature! di Yorgos Lanthimos, ma il premio a Lily Gladstone sarebbe comunque meritato, visto che è il pilastro intorno a cui ruota Killers of the flower moon di Martin Scorsese.
Comunque le certezze sono anche altre. Intanto il fatto che l’Oscar è sempre più globale. È evidente già dalla categoria principale, quella dei migliori film. Nella decina compaiono Anatomia di una caduta di Justine Triet, che è un film francese, e Past lives di Celine Song che, sebbene sia una produzione canadese-statunitense, è quasi tutto recitato in coreano.
Anche la categoria dei film “stranieri”, in cui è candidato Io capitano di Matteo Garrone, riflette questo “mondialismo”: il film di Garrone, presentato dall’Italia, è recitato in wolof, francese e inglese; La zona d’interesse di Jonathan Glazer è il film presentato dal Regno Unito, ma si parla in tedesco; il giapponese Perfect days è realizzato da Wim Wenders, tedesco di Düsseldorf.
Questo testo è tratto dalla newsletter Schermi.
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