Le fotografie che non potremo più condividere, secondo la legge
Il 16 giugno l’europarlamentare tedesca Julia Reda ha proposto al parlamento europeo di estendere la libertà di panorama a tutta l’Europa.
Per libertà di panorama si intende il diritto a scattare e pubblicare foto di edifici e opere d’arte (come sculture e monumenti) che si trovano in luoghi pubblici, senza infrangere con questo il diritto d’autore.
In Europa la legislazione che tutela questo diritto varia da paese a paese: in alcuni si possono fotografare solo gli edifici, in altri solo le opere d’arte, in altri non c’è nessuna restrizione.
La libertà di panorama in Italia
La legge italiana sul diritto d’autore permette di fotografare e pubblicare le immagini di opere d’arte solo a scopo “di critica o di discussione”, a patto di non fare “concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera”. Queste restrizioni restano in vigore fino a settant’anni dopo la morte dell’autore. Inoltre tutti i beni culturali possono essere fotografati solo se si ha l’autorizzazione dell’ente che li gestisce.
In pratica, come raccontava il giornalista Luca Spinelli in un’inchiesta del 2007, fotografare la stazione di Milano e pubblicare la foto su Wikipedia è vietato. L’inchiesta spinse il deputato Franco Grillini a presentare un’interrogazione parlamentare. Il governo rispose nel febbraio del 2008 affermando che in Italia la libertà di panorama, anche se non è espressamente disciplinata dalla legge, è riconosciuta in base al principio per il quale ciò che non è vietato da una norma deve essere considerato lecito. In seguito sono state presentate diverse proposte di legge sulla questione, ma non hanno mai portato all’introduzione di una normativa specifica. Quindi, la libertà di panorama in Italia non esiste, ma in certi casi le autorità lasciano correre.
Il legame tra l’uso commerciale e non commerciale di un’immagine oggi è molto sottile
Le proposte presentate al parlamento europeo
Accanto alla proposta di Julia Reda sull’estensione della libertà di panorama, il parlamento europeo dovrà valutare un emendamento presentato dal francese Jean-Marie Cavada, che chiede invece una drastica restrizione. Cavada vorrebbe che per tutte le foto e le riprese di opere protette dal diritto d’autore fosse obbligatoria un’autorizzazione preventiva del titolare all’uso commerciale.
Ma Reda sostiene che sarebbe anacronistico richiedere questo permesso nell’era digitale e dei social network.
Anche se l’emendamento di Cavada riguarda solo le immagini pubblicate a scopo commerciale, continua Reda, il legame tra l’uso commerciale e non commerciale di un’immagine oggi è molto sottile. Se, per esempio, pubblichiamo una foto su Facebook non ci guadagniamo nulla, ma accettiamo automaticamente le condizioni d’uso che garantiscono all’azienda la possibilità di sfruttare quell’immagine a fini commerciali (sezione 9.1 delle condizioni d’uso di Facebook) e dichiariamo di avere tutti i permessi per pubblicarla (sezione 5.1).
Se l’emendamento passasse, l’uso commerciale di immagini che ritraggono un edificio pubblico richiederebbe l’autorizzazione dell’architetto, quindi sarebbe nostra responsabilità capire se l’edificio è ancora protetto dal diritto d’autore. Poi bisognerebbe contattare il titolare dei diritti per ottenere non solo l’autorizzazione alla pubblicazione dell’immagine sul nostro profilo, ma anche il possibile uso commerciale che potrebbe farne Facebook. Solo allora potremmo condividere la foto.
Il caso Wikipedia
La questione è complicata, come spiegava Spinelli, soprattutto per siti come Wikipedia, che applicano ai loro contenuti una licenza creative commons, cioè il permesso di riprodurre tutto anche a fini commerciali. Se passasse l’emendamento proposto da Cavada, moltissime immagini dovrebbero essere rimosse dalle pagine dell’enciclopedia online e sarebbe estremamente difficile trovare delle alternative utili. È per questo che nel 2007 la sezione italiana di Wikipedia scelse di eliminare le fotografie che raffiguravano opere architettoniche di progettisti ancora in vita o morti da meno di settant’anni. Il 5 luglio 2015 Jimmy Wales, il fondatore di Wikipedia, in un articolo sul Guardian ha spiegato quali sarebbero le conseguenze nella creazione e nella condivisione di contenuti culturali se la proposta passasse.
La legge negli Stati Uniti: l’Ansel Adams act
Negli Stati Uniti a gennaio è stata presentata al congresso una proposta di legge in favore della libertà di panorama, si chiama Ansel Adams act ed è intitolata a uno dei fotografi che hanno contribuito a far conoscere e quindi a proteggere il patrimonio paesaggistico e culturale del paese.
Partendo dal principio che “le fotografie e i video sono forme di espressione” e che di conseguenza “arrestare i fotografi, sequestrare le attrezzature, fare multe e richiedere permessi” devono essere considerate “restrizioni della libertà di espressione e di stampa”, la proposta di legge vorrebbe vietare agli agenti federali e alle guardie di sicurezza private di “sequestrare attrezzature o contenuti nelle schede di memoria delle macchine fotografiche o delle videocamere, e di chiedere ai fotografi o ai videomaker di cancellare le proprie immagini”. Il suo obiettivo è impedire che i “futuri Ansel Adams” siano ostacolati nel loro lavoro.
L’ultima concessione
Il 2 luglio 2015 la Casa Bianca ha abolito, dopo quarant’anni, il divieto per i turisti di scattare fotografie durante le visite alla residenza del presidente americano. La notizia è stata diffusa sul profilo Instagram della first lady Michelle Obama. Un passo in avanti verso la libertà di fotografare.