×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

Fai bei sogni racconta l’abbandono del ruolo di genitore


Fai bei sogni
Di Marco Bellocchio
Con Valerio Mastandrea, Fabrizio Gifuni. Italia/Francia, 2016, 134’

Ispirandosi all’omonimo romanzo di Massimo Gramellini, Fai bei sogni comincia con l’abbandono materno e si muove verso la ricerca intima di una verità. Esplora l’anaffettività genitoriale ma non si ferma lì: sottolinea le assenze, descrive le menzogne e mostra soprattutto un inquietante vuoto quotidiano. Quando si aspetta un gesto d’affetto che tarda ad arrivare, l’attesa è interminabile anche se dura pochi istanti.

Seguendo passo dopo passo la storia autobiografica di Gramellini, rimasto orfano di madre all’età di nove anni, Bellocchio dirige una pellicola intima, sensibile, dove i bei momenti convivono accanto a quelli brutti. Di fronte a un quadro emotivamente completo di Massimo bambino e poi adolescente (i bravissimi Nicolò Cabras e Dario Del Pero) è difficile non notare angoli imperfetti nelle parti scritte per Massimo adulto, nonostante la performance impeccabile di Mastandrea. Fai bei sogni è un film sull’abbandono del ruolo genitoriale ancor prima che dei figli. E sarebbe stato meglio se fosse stato meno sovraccarico. Il risultato, tuttavia, è un film intenso sull’assenza dei genitori e sulla difficoltà di vivere che quest’assenza causa.

pubblicità