Il numero dei partecipanti alle gare pubbliche nei comuni con un sindaco al suo secondo mandato si riduce del 23 per cento. Inoltre, la probabilità che a vincere una gara sia un’azienda locale aumenta del 3,2 per cento e la probabilità che la stessa azienda vinca più spesso gli appalti sale del 25 per cento. Lo conferma una ricerca di Decio Coviello e Stefano Gagliarducci ripresa da lavoce.info.
Il fatto più grave è che il ribasso nell’aggiudicazione della gara, cioè lo sconto sul prezzo dell’appalto ottenuto dal comune, è inferiore a quello che si verifica nel primo mandato. La conseguenza è un aumento sistematico di ottomila euro per un appalto che vale in media 546mila euro. Se si considera che in ogni mandato vengono assegnati circa dodici appalti, l’effetto economico è paragonabile alla mancata realizzazione di un’opera pubblica da centomila euro.
Questi numeri non provano lo scambio di favori tra sindaci e imprese locali, ma di sicuro sconsigliano che una carica pubblica venga ricoperta per troppo tempo dalla stessa persona. Lo confermano anche alcuni studi internazionali. In Italia molti sostengono che il limite dei due mandati per i sindaci riduce la capacità di realizzare programmi e opere di medio e lungo periodo. È possibile.
Ma bisogna considerare anche gli effetti positivi, soprattutto la riduzione della collusione tra politici e imprese locali. È evidente che il ricambio politico favorisce la rottura di quelle reti affaristiche che fanno aumentare la spesa pubblica e uccidono la concorrenza.
Internazionale, numero 839, 26 marzo 2010
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