Educazione per tutti. O quasi
Nel mondo sono 650 milioni i bambini tra i sei e gli undici anni in età di frequentare la scuola elementare e 374 milioni i ragazzi tra i dodici e i quattordici in età di primo ciclo postelementare. Alla fine del novecento le organizzazioni internazionali e i singoli stati avevano preso l’impegno solenne di eliminare dal pianeta la mancata scolarità di bambini e ragazzi entro il 2015. Il 2015 è arrivato e dobbiamo constatare che l’impegno non è stato mantenuto. O meglio, dal 2000 al 2007 la percentuale di mancata scolarità si è quasi dimezzata calando del 42 per cento (47 per le ragazze), ma poi il progresso si è fermato. Da allora risulta che ogni anno non vanno e forse mai andranno o torneranno a scuola 9 bambini su cento e 18 ragazzi tra gli 11 e i 14 anni.
Sono rispettivamente 58 milioni di bambini e 63 milioni di adolescenti. Un terzo si concentra nei paesi dell’Africa centroccidentale. Réaliser la promesse non tenue de l’Éducation pour tous si intitola un ampio rapporto pubblicato a metà gennaio dall’istituto di statistica dell’Unesco e dall’Unicef. È una fonte preziosa e aggiornata per conoscere la situazione dei singoli stati, capire caso per caso perché persiste la mancata scolarità e per cercare di delineare interventi efficaci. Sono diversi da paese a paese, ma con alcune costanti: aumentare gli investimenti, combattere davvero il lavoro minorile, formare meglio gli insegnanti a capire e seguire le strategie per includere e far studiare tutti, anche gli ultimi.
Questo articolo è stato pubblicato il 13 febbraio 2015 a pagina 23 di Internazionale, con il titolo “Appunti sulla scrivania”. Compra questo numero | Abbonati