L’anello debole
Violente ripulse stanno accompagnando in Francia, come documentano Le Monde e Le Figaro, la riforma della secondaria superiore proposta dalla ministra Najat Vallaud-Belkacem. Come in Finlandia anche in Francia è in discussione l’impianto di questo anello debole del sistema educativo.
I problemi non sono semplici. Siamo convinti di sapere abbastanza bene cosa e come insegnare nelle scuole primarie. Con cautela questo può estendersi all’intera scuola di base. I dubbi cominciano pensando al grado mediosuperiore. Suscita perplessità l’architettura complessiva. Ci si divide sull’opportunità di tenere in vita canali diversi, oppure di ridurne il numero (in Italia esorbitante anche dopo il prosciugamento varato dalla ministra Maria Stella Gelmini), o di eliminarli garantendo una formazione mediosuperiore unitaria.
Alla questione delle architetture si intreccia quella del cosa insegnare e come. Qui si annidano le maggiori incertezze sulle scelte possibili per un percorso educativo all’altezza delle esigenze del mondo d’oggi e per fronteggiare i fenomeni di disaffezione degli allievi e i conseguenti abbandoni. Che ruolo deve avere l’apprendimento delle scienze dure rispetto agli studi storico-umanistici? Che parte occorre fare a modalità di apprendimento cooperative e laboratoriali? Le opinioni si dividono. In Francia stanno volando insulti contro la riforma della ministra, senza nessun profitto per le decisioni da prendere.
Questo articolo è stato pubblicato il 15 maggio 2015 a pagina 98 di Internazionale, con il titolo “L’anello debole”. Compra questo numero | Abbonati