I disabili fanno bene alla scuola
La grande maggioranza dei genitori tedeschi promuove l’inclusione scolastica dei disabili o, più esattamente, le scuole che praticano l’inclusione. La cosa non era scontata. Il tema è complesso. Uno dei più significativi meriti della scuola italiana è avere intrapreso e realizzato fin dagli anni settanta l’inclusione scolastica dei disabili, gli handicappati si diceva allora. Le resistenze furono molte, ma sono state vinte dall’esperienza. Finalmente nel 2009 l’inclusione è stata sancita dalle Nazioni Unite. Così, dopo l’Italia, anche altri paesi si sono mossi, tra gli altri la Germania e i suoi land. Vittorioso a livello istituzionale, il principio dell’inclusione pareva che continuasse a trovare resistenze nell’opinione pubblica e nelle famiglie.
In febbraio la fondazione Bertelsmann ha intervistato un campione rappresentativo della popolazione adulta – 4.321 genitori con figli tra i 6 e i 16 anni sia che frequentano sia che non frequentano scuole aperte alla inclusione dei disabili – e ha ora pubblicato il suo rapporto, “Come i genitori vedono l’inclusione”. Die Zeit on line del 5 luglio lo riprende e ne riporta la sintesi. “Bei voti alle scuole dell’inclusione”, dice il titolo. I genitori di alunni in scuole inclusive, siano o no disabili, sono soddisfatti delle scuole assai più degli altri con figli in scuole non inclusive: gli insegnanti curano molto di più il loro lavoro e i ragazzi, anche i non disabili, hanno livelli di profitto e di partecipazione assai più alti.
Questo articolo è stato pubblicato il 17 luglio 2015 a pagina 94 di Internazionale, con il titolo “I disabili fanno scuola”. Compra questo numero | Abbonati