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L’importanza della lezione di Gramsci per le scuole brasiliane

Libero dalla dittatura militare e dalle imposizioni del Fondo monetario internazionale, il Brasile è oggi impegnato nello sforzo di vincere l’analfabetismo e garantirsi una scuola aperta anche alla popolazione meno agiata. Scuola e cultura intese come terreno decisivo per la libertà e la democrazia sostanziale: l’eco degli insegnamenti di don Milani, Paulo Freire e Gramsci è, come altrove nel mondo, inevitabile. E inevitabili sono le resistenze.

Alvaro Bianchi (più estesamente Alvaro Gabriel Bianchi Mendez), professore di scienze politiche nell’università di Campinas, nello stato di São Paulo in Brasile, da anni è attivo nel grande moto internazionale di studio e valorizzazione del pensiero di Antonio Gramsci.

Qualche tempo fa l’International Gramsci society Italia ha messo in rete una sua lettera: “È importante seguire lo sviluppo della intolleranza in Brasile. Un nuovo movimento di destra, denominato Scuola senza partito, chiede che i professori si astengano da insegnare quello che può contrariare l’ideologia o la religione degli allievi o dei genitori. Gramsci e Paulo Freire sono due dei principali obiettivi di questo movimento (si può vedere un po’ della violenza coinvolta in questo tipo di manifestazione nell’immagine allegata)”.

In una bara giace un Gramsci col volto deformato da denti di vampiro che succhia il sangue alla buona scuola “senza partito”. Gratta l’educatore “senza partito” e trovi “un po’ della violenza” fascista. Così avviene in Brasile.

Questa rubrica è stata pubblicata il 30 ottobre 2015 a pagina 99 di Internazionale, con il titolo “Vampiri in Brasile”. Compra questo numero | Abbonati

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