L’esodo degli yazidi
Secondo le stime di alcune ong curde, ogni giorno più di cento yazidi scappano dal Kurdistan iracheno. Nell’ultima settimana cinquemila persone, in gran parte donne e bambini, hanno abbandonato i campi profughi nel sud della Turchia per raggiungere l’Europa a piedi.
Vian Dakhil, la rappresentante degli yazidi (una minoranza curdofona del nord dell’Iraq seguace di una religione preislamica) al parlamento di Baghdad, ha voluto precisare che i leader della comunità non stanno spingendo la popolazione a lasciare il paese, ma allo stesso tempo non possono impedire alle persone di lasciare le loro case, occupate dal gruppo Stato islamico, sul monte Sinjar. Dakhil ha chiesto alle ong internazionali di aiutare gli yazidi e di trovargli un alloggio dopo tante sofferenze. Quattrocento ragazze yazide sono ancora in ostaggio dei jihadisti e alcune di loro sono state vendute come schiave a Mosul.
Gli operatori umanitari sottolineano che anche prima dell’avanzata dello Stato islamico gli yazidi si sentivano emarginati e venivano trattati come cittadini di secondo rango sia dagli arabi sia dai curdi. Per questo il numero di suicidi all’interno della comunità è molto alto.
Questi stessi operatori stanno informando i profughi yazidi che alcuni paesi europei, tra cui la Germania, sono disposti ad accoglierli. Secondo loro, ogni mese una media di tremila yazidi lascia l’Iraq. Ma di questo passo, tra dieci anni nel paese non ne rimarrà più nessuno.
(Traduzione di Francesca Sibani)