I giovani iracheni vogliono musica e libri
Due eventi accaduti nell’ultima settimana hanno svelato il lato giovane e positivo dell’Iraq. Il primo è stato l’apertura di un nuovo centro commerciale nel quartiere di Mansur, nella parte est di Baghdad. Secondo il comitato degli investitori, l’edificio è costato 35 milioni di dollari e occupa una superficie complessiva di 32mila metri quadrati su quattro livelli. Ma la cosa veramente sorprendente è che all’inaugurazione si sono presentati cinquemila ragazzi che hanno ascoltato musica e ballato all’aperto.
È stata una dimostrazione della loro voglia di una vita moderna e laica. Gli organizzatori delle manifestazioni che si sono svolte periodicamente nella piazza Tahrir di Baghdad sono stati presi in contropiede e si sono chiesti: “Perché nelle proteste delle ultime cento settimane non siamo mai riusciti ad attirare così tante persone?”.
Il secondo evento è accaduto a Mosul, poche settimane dopo la liberazione dal gruppo Stato islamico (Is). Migliaia di ragazzi e ragazze – con indosso foulard colorati o addirittura a capo scoperto – hanno partecipato alla fiera del libro, che era stata organizzata dagli editori di tutto il paese per celebrare la nascita di una città nuova e più moderata. Nel corso dei tre anni di occupazione dell’Is la biblioteca pubblica era stata incendiata e poi convertita in una struttura militare dove sono state uccise molte persone.
Dopo la liberazione, molti iracheni – me compreso – hanno partecipato a una campagna di raccolta di libri per la città. La grande partecipazione dei giovani alla fiera del libro è stata una piacevole sorpresa per molti iracheni, che si sono chiesti: “Dove erano nascosti tutti questi giovani moderati durante gli anni tragici dell’occupazione?”.
Tra tutte le notizie di violenze e corruzione, questi due eventi mostrano che c’è luce in fondo al tunnel.
(Traduzione di Francesca Sibani)