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Vietato fare satira sulla corruzione nel ministero della difesa iracheno

Baghdad, 6 gennaio 2018. Una cerimonia durante i festeggiamenti per la giornata dell’esercito. (Thaier al Sudani, Reuters/Contrasto)

Il mese di Ramadan in Iraq è cominciato con una sorpresa televisiva. Il ministero della difesa si è opposto con forza a un programma presentato sul canale Utv dal divo del piccolo schermo Ahmed Mulla Talal. Nel programma appare l’attore Ayad Taii vestito da generale di brigata, che parla in modo umoristico e sarcastico dell’esistenza di una forte corruzione all’interno del ministero della difesa, e viene trasmessa anche la registrazione di alcuni finti soldati, in realtà inesistenti, i cui stipendi sarebbero stati dirottati verso gli alti dirigenti dell’esercito.

Il programma avrebbe potuto essere trattato come una faccenda di satira, ma ha toccato una questione reale e ben nota all’interno dell’esercito.

Il diritto di sapere
Anche se la costituzione irachena considera la libertà di espressione e di critica come diritti garantiti, la critica dell’istituzione militare è tuttora proibita in base a un articolo che vieta “tutto ciò che incide sull’interesse nazionale”. La corruzione si è accentrata all’interno dell’establishment militare durante l’era dell’ex primo ministro Nuri al Maliki, a suon di miliardi di dollari affluiti con il pretesto di acquistare armamenti a prezzi molto più alti di quelli reali.

La questione dei soldati esistenti solo sulla carta è stata citata dall’ex primo ministro Haider al Abadi come uno dei tragici motivi della sconfitta dell’esercito regolare contro il gruppo Stato islamico a Mosul nel 2014.

La cancellazione del programma ha suscitato forti reazioni in ambienti governativi e civili. Il ministero della difesa ha protestato perché il programma si sarebbe concentrato sugli aspetti negativi anziché elogiare l’eroismo dell’esercito. Ma molti attivisti hanno parlato della corruzione e del diritto delle persone a sapere.

(Traduzione di Francesco De Lellis)

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