Parla lo scrittore Norman Mailer
Del dibattito sulla bandana di Silvio Berlusconi interessano poco gli aspetti stilistici: cioè se fosse più elegante indossare un panama oppure se la camicia dovesse avere due o tre bottoni aperti. Neppure interessa sapere se sia una trovata estiva del marketing di Fininvest oppure il segno di un impazzimento definitivo. Ognuno si veste come vuole e ha diritto alla sua pazzia. Quello che offende, nella bandana bianca e nell’allegro shopping in compagnia di Tony e Cherie Blair, è che avviene mentre è in corso un drammatico conflitto dove i soldati italiani e britannici sono coinvolti in prima linea. Prima ci trascinano in una guerra, poi si esibiscono nelle piscine terrazzate di Porto Rotondo. Come se niente fosse. E allora viene in mente quel sonetto di Giuseppe Gioachino Belli, I sovrani del mondo vecchio, che comincia così: “C’era una volta un Re cche ddar palazzo / mannò ffora a li popoli st’editto: / – Io so’ io, e vvoi nun zete un cazzo”. Leggi
Le Monde ricorda l’attrice Laura Betti, l’intellettuale ribelle che ha custodito l’opera di Pier Paolo Pasolini
Suo figlio è stato sequestrato e ucciso all’inizio di quest’anno. Da allora Juan Carlos Blumberg è diventato il leader di un inconsueto movimento di protesta
Il benessere di un paese dipende solo in parte dalle sue istituzioni. La geografia e altri fattori rendono possibile una spiegazione più completa, mettono in luce le origini delle istituzioni “buone” e indicano obiettivi per gli aiuti stranieri
Ironico, affascinante, appassionato, Tiziano Terzani era diventato una leggenda. La sua vita è stata una romantica ricerca, sempre delusa, della perfezione
Gli articoli di viaggio non sono sempre il frutto di avventurose e solitarie spedizioni. Il reportage di un giornalista impertinente e allucinato
Le istruzioni per montare i suoi mobili sono indecifrabili. Il servizio clienti è pessimo. Ma l’anno scorso i suoi negozi sparsi in trentuno paesi del mondo sono stati visitati da 310 milioni di persone. I segreti del successo di Ikea
Il referendum è stata una farsa, accusa l’opposizione. È servito solo a legittimare Chávez e a tutelare le big oil
Le ansie dell’America. I rischi della convention repubblicana. Norman Mailer intervistato da suo figlio
Nel referendum del 15 agosto il 58,2 per cento dei venezuelani ha confermato il sostegno a Hugo Chávez. Un presidente sgradito alle compagnie petrolifere, ma capace di garantire stabilità nella fornitura del greggio sudamericano
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