Il sistema italiano delle supplenze vìola le direttive europee e i precari che hanno superato i 36 mesi di insegnamento dovranno essere assunti e risarciti. Lo stabilisce una sentenza della corte di giustizia dell’Unione europea
La sentenza della corte di giustizia europea sui precari della scuola è uno di quei “casi in cui diciamo meno male che l’Europa c’è”. Questo il commento della segretaria generale della Cigl, Susanna Camusso alla sentenza della corte di giustizia dell’Unione europea sul sistema italiano delle supplenze.
Camusso ha aggiunto che quando “la normativa italiana non interpreta le direttive europee si può ricorrere esattamente in ragione delle direttive europee. Sarà uno degli argomenti che useremo anche per contrastare il tentativo di abrogare l’articolo 18 che è in corso con la legge delega, il Jobs act”.
Positivo il commento del governo, che sostiene di aver anticipato con le sue riforme i principi espressi dalla sentenza. “Mi pare che i contenuti e i metodi che la Buona scuola prevede siano perfettamente in linea, ma anticipatori, rispetto a quello che la Corte europea in questa sentenza ha indicato”, ha dichiarato ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, commentando a Radio 24.
Il sistema italiano delle supplenze vìola le direttive europee e i precari che hanno superato i 36 mesi di insegnamento dovranno essere assunti e risarciti. Lo ha stabilito una sentenza della corte di giustizia dell’Unione europea. Leggi
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