Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) sono 529.809 le persone sbarcate a Lesbo tra il 1° gennaio 2015 e il 26 gennaio 2016. Nel solo gennaio 2016 gli arrivi sono stati 29.791. Così tanti migranti sbarcano sull’isola greca perché solo cinque miglia marine la separano dalla Turchia, paese di arrivo della maggior parte dei profughi siriani e iracheni.

Nel mare di Lesbo operano squadre di soccorso in mare di varie ong, tra cui la tedesca Sea watch. Anche Frontex e la guardia costiera greca soccorrono i profughi, e c’è una buona collaborazione tra ong e istituzioni, ma queste ultime hanno anche un compito di controllo: le organizzazioni non governative devono solo scortare le imbarcazioni e intervenire per salvare le persone solo se c’è una situazione di pericolo effettivo. Altrimenti possono essere accusate di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Così si spiega la presenza di una figura come quella di Giorgia Linardi (consulente legale di Sea watch): in ogni barca di soccorso c’è un consulente che deve valutare – spesso in condizioni difficili – le situazioni in cui è lecito intervenire e quelle in cui è ancora legalmente rischioso.

Il reportage di Filippo Dal Lago.

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