Bernie Sanders ha attaccato duramente Hillary Clinton nel dibattito tra i candidati democratici per la presidenza statunitense che si è tenuto il 6 marzo a Flint, nel Michigan. Il senatore del Vermont ha criticato l’ex segretaria di stato su temi come i trattati di libero scambio e il welfare e l’ha accusata ancora una volta di essere troppo legata al mondo della finanza di Wall street.

Secondo la maggior parte dei commentatori, il dibattito, nonostante l’aggressività di Sanders, non sposterà molti voti e Clinton resta in vantaggio. “Non ci sono stati momenti in grado di cambiare la campagna elettorale, anche se Sanders, che è andato quasi sempre all’attacco, a tratti ha perso la calma ed è inciampato un po’ sui temi razziali. Clinton è riuscita a controllare la situazione e ha suscitato qualche emozione quando ha dato qualche stoccata a Donald Trump”.

Il 6 marzo Bernie Sanders, considerato più di sinistra rispetto a Clinton, ha vinto i caucuses nel Maine con il 64,3 per cento dei voti, ma la sua avversaria resta in netto vantaggio nella corsa verso la candidatura alla Casa Bianca. Finora Clinton ha raccolto 672 delegati, contro i 477 di Sanders. Inoltre Clinton si è assicurata il sostegno di 458 superdelegati contro i soli 22 di Sanders, secondo stime dell’Associated Press. Per ottenere la nomination servono in tutto 2.383 delegati.

L’8 marzo ci saranno le primarie dei democratici in Michigan e in Mississippi. Il 15 marzo si voterà in Florida, Illinois, Missouri, North Carolina e Ohio. Quest’ultima sarà una consultazione importante, perché in questi stati si assegnano molti delegati.

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