“La mia amica aveva sei anni. Mi ha chiesto di accompagnarla in bagno, ma io volevo continuare a giocare. È uscita dal cancello e non è più ritornata”. La township di Khayelitsha a Città del Capo ospita circa quattrocentomila persone ed è il terzo slum più grande del Sudafrica. A Endlovini, una parte dell’insediamento informale, vivono ventimila persone e ci sono solo 380 bagni, che si trovano fuori dall’area abitata. Per gli abitanti raggiungere i servizi igienici è pericoloso, perché subiscono spesso aggressioni. Il governo sudafricano non costruisce infrastrutture adeguate perché non considera la baraccopoli un’area abitativa permanente.
Più di 900 milioni di persone – una su sette della popolazione mondiale – vivono in condizioni di estrema povertà negli slum. Le Nazioni Unite stanno lavorando a un piano d’azione per garantire lo sviluppo sostenibile delle grandi città e degli insediamenti informali, la cui popolazione negli ultimi decenni è molto aumentata a causa della crescita demografica e dell’urbanesimo.
Le città dei poveri (Slumscapes) è un progetto di sei reportage prodotti da Place – il sito della Thomson Reuters Foundation sul diritto alla terra e alla proprietà – che raccontano le condizioni di vita nei più grandi slum del mondo. Per garantire un futuro dignitoso agli abitanti delle baraccopoli è necessario investire su infrastrutture, servizi igienici, ospedali e scuole.
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