“Durante l’occupazione, questo muro era pieno di slogan del gruppo Stato islamico”, dice nel video Rasul, che ha vent’anni e studia letteratura. “Con questi murales vogliamo nascondere le tracce della guerra, per far dimenticare i giorni neri che abbiamo vissuto”.
A quattro anni dalla liberazione, gran parte di Mosul è ancora distrutta e circa 250mila persone vivono in campi profughi. Una nuova generazione di iracheni sta provando a riprendere in mano il futuro della città, con progetti per ricostruire gli edifici, ma anche le relazioni umane tra i cittadini e le comunità.
Il video di Arianna Pagani e Sara Manisera.
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