Il 9 ottobre 1963, alle 22.39, 270 milioni di metri cubi di roccia si staccarono dal monte Toc e scivolarono alla velocità di novanta chilometri all’ora nel bacino artificiale creato dalla diga del Vajont, tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia. La frana provocò un’onda che superò di 250 metri in altezza il coronamento della diga, radendo al suolo Longarone e vari altri centri abitati vicini. Morirono 1.910 persone. I corpi di alcune vittime non furono mai ritrovati.
La tragedia del Vajont fu un disastro annunciato: guidati da interessi economici e aziendali, i progettisti e i dirigenti dell’azienda elettrica Sade costruirono la diga in un’area con gravi problemi geologici, nonostante la consapevolezza dei rischi e nel silenzio delle autorità di controllo. Gli abitanti del posto e la giornalista Tina Merlin denunciarono il pericolo fin dall’inizio, ma furono ignorati, come le continue frane e i terremoti dei mesi precedenti alla tragedia.
Il reportage video di Pierpaolo Mittica.
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