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Sul primo maggio a Milano, innanzitutto un po’ di immagini del corteo che rischiano di essere sepolte da quelle, onnipresenti, delle violenze.
Poi, sempre su Milano: se vogliamo uscire subito dalla dicotomia “Expo tutto buono, No Expo tutti cattivi” (ma anche dall’idea insensata che “ogni pratica di protesta è legittima”), c’è questa riflessione a caldo del gruppo di Milano in movimento; da leggere anche l’articolo di Luca Fazio sul manifesto.
Giuliano Battiston discute le differenze e le sfumature del jihad: “A dispetto della retorica del ‘noi’ contro ‘loro’, il vero conflitto non è tra l’occidente e il “fronte internazionale jihadista”, entità che di per sé non esistono, ma tra gruppi che si contendono l’egemonia all’interno della galassia del jihadismo salafita. Il fronte europeo è del tutto secondario, la vera partita si gioca all’interno dell’Umma islamica. Sulla pelle dei musulmani”.
Molte librerie in Russia hanno rimosso dagli scaffali Maus di Art Spiegelman, probabilmente allo scopo di obbedire a una nuova legge contro la propaganda del nazismo (la copertina contiene una svastica). Sull’assurdità di questa decisione, il Guardian riporta le parole del fumettista.
Ieri c’è stato l’attesissimo match fra Mayweather e Pacquiao. Sulle doti del primo come pugile c’è ben poco da dire; ma su quelle di lui come persona, l’Atlantic colleziona parecchi dubbi, in primo luogo sul modo in cui tratta le donne: “Mayweather views women, it seems excruciatingly clear, as little more than property – as extensions, essentially, of all those collectible Bugattis and Gulfstreams and 10.000 $ suits. And he treats them accordingly”.
Sul sito di Altreconomia è possibile scaricare gratuitamente l’ebook I padroni del nostro cibo, che illustra il sistema della filiera e del commercio agricolo (e chi sono le multinazionali che lo reggono).
Mentre in Nepal i morti sono più di 6.600 e non si cercano più sopravvissuti, l’Economist mappa i principali terremoti degli ultimi vent’anni e ne rintraccia le cause geologiche.
“Girls need to be reading comics about girls and by women. Honestly, they’ve had to endure comics that have been about boys and by men for a very long time, and that needs to change. But my son – now almost four, holy crap – and other boys have had to endure the same thing. That sounds strange, like it’s some kind of punishment – but boys also need to read about girls”. Chuck Wendig riflette sulla divisione per generi dei fumetti (e non solo), e su come un prodotto “solo per ragazze” possa rafforzare un’attitudine del tipo “noi contro loro”.
“Non stiamo occupando, ci stiamo occupando di questi spazi troppo a lungo abbandonati e troppo facilmente venduti, ripuliremo, ristruttureremo, useremo propriamente questi spazi, per renderli semplicemente fruibili per tutti”: a Torino è stata liberata pacificamente la caserma di via Asti.
Un rapporto del Pentagono dice che nel 2014 20.300 militari hanno subito molestie o assalti sessuali nell’esercito. La definizione del Pentagono è di “contatti sessuali non voluti”.
Sulla critica da parte di 145 scrittori del Pen di conferire il Toni and James C. Goodale freedom of expression courage award a Charlie Hebdo, potete leggere due articoli di tenore opposto: questo di Anna Momigliano, e quest’altro di Tom Eley.
Una brillante ricostruzione di come alcune città (fra cui Baltimora) abbiano subito un secolo di apartheid urbano che ha impoverito e segregato la popolazione nera: “Without suburban integration, something barely on today’s public policy agenda, ghetto conditions will persist, giving rise to aggressive policing and the riots that inevitably ensue”.
Come nasce un teorema: la bella Royal institution lecture del matematico Cédric Villani. Attenzione: dura un’oretta e l’inglese di Villani ha un inevitabile e buffo accento francese.
Il Met ha fatto selezionare a Piotr Uklański alcune sue opere: il risultato è una esposizione che dura fino a metà giugno, dal titolo Fatal attraction. A me piace molto.
“When Thom came to me and said he had an idea for a new album, I knew it was going to be big, because I was at a funeral and he interrupted the whole service by riding in on a motorcycle screaming ‘It’s going to be big!’”. Su ClickHole c’è una storia orale della composizione di Ok computer dei Radiohead.