Il fotoreporter Giulio Piscitelli si è imbarcato con un gruppo di migranti tunisini dal porto di Zarzis. Venti ore a bordo di un vecchio peschereccio.

Dall’inizio dell’anno circa 40mila persone sono arrivate sulle coste italiane provenienti dal Nordafrica. Molti sono partiti dalla Tunisia, approfittando dell’allentamento dei controlli seguito alla caduta del regime di Ben Ali. Prima d’imbarcarsi per Lampedusa la maggior parte dei migranti è costretta ad aspettare per giorni in appartamenti gestiti dalle organizzazioni dei trafficanti di uomini. Il costo del viaggio è di circa 1.300 euro a persona.

All’inizio del 2011 il fotografo Giulio Piscitelli è andato in Tunisia per fotografare i profughi del campo di Choucha. Lì ha conosciuto Fathi, un trafficante di uomini, e ha deciso di imbarcarsi con i migranti tunisini. Fathi ha accettato. Prima di partire il fotografo ha passato alcuni giorni in vari appartamenti di Djerba e Zarzis. Una volta la partenza, prevista di notte da una spiaggia di Djerba, è stata rimandata a causa dell’arresto di venti migranti, che rendeva il viaggio poco redditizio per i trafficanti.

Dopo otto giorni di attesa, segnati dalle tensioni tra migranti e trafficanti, Piscitelli si è imbarcato con altre cento persone dal porto di Zarzis, in pieno giorno. Una motovedetta della guardia costiera tunisina ha raggiunto la barca, ma invece di farla rientrare in porto l’ha scortata in mare aperto. La barca è arrivata a Lampedusa la mattina seguente. Pochi giorni dopo l’Italia e la Tunisia hanno firmato un accordo per impedire nuove partenze.

Secondo il sito d’informazione Fortress Europe, dal 1988 a oggi circa seimila persone sono morte nel canale di Sicilia mentre cercavano di raggiungere l’Italia.

In questa foto, migranti tunisini aspettano d’imbarcarsi su una spiaggia a Djerba (il viaggio sarà poi rinviato).

Giulio Piscitelli è nato a Napoli nel 1981.

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