In Cile l’11 settembre 1973 un colpo di stato militare ha destituito il presidente socialista Salvador Allende in carica da tre anni e ha portato al potere il generale Augusto Pinochet che ha governato il paese fino al 1990.
A quarant’anni dal golpe l’opposizione guidata da Michelle Bachelet ha chiesto al governo di aprire un’inchiesta sui crimini commessi dalla dittatura: l’omicidio di almeno tremila oppositori politici e le torture subite da 40mila persone.
L’11 settembre del 1973 l’esercito cileno guidato da Augusto Pinochet ha circondato il palazzo della Moneda dove si trovava il presidente Allende, l’aviazione militare ha bombardato l’edificio. Un ultimatum emanato qualche ora prima aveva chiesto ad Allende di dimettersi.
Durante l’assedio del palazzo presidenziale Allende è morto, si presume che si sia suicidato, ma la vicenda non è stata chiarita. Il 13 settembre la giunta ha sciolto il parlamento e ha ordinato l’arresto di centinaia di sostenitori dell’ex presidente. Nelle settimane successive al golpe gli oppositori del regime venivano portati nello stadio di Santiago del Cile dove erano sottoposti a interrogatori e torture.
**Nella foto: **Il palazzo della Moneda durante i bombardamenti, l’11 settembre 1973.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it