In Afghanistan quaranta donne hanno deciso di sfidare le regole della tradizione e di partecipare alle gare internazionali di ciclismo.
La squadra si allena senza nessuno stipendio, e sfidando gli insulti e le minacce di cui spesso le atlete sono bersaglio e che le costringono ad allenarsi fuori città, dove l’abbigliamento sportivo non provoca le reazioni dei passanti. Reazioni che possono essere anche pericolose: recentemente la capitana della squadra è stata gettata a terra da un automobilista che l’ha strattonata mentre pedalava.
Abdul Sadiq Sadiqi, l’allenatore e presidente della Federazione ciclistica afgana, è ottimista, ma le sue atlete sanno che la strada è ancora lunga: “Per noi il nostro allenatore è uno scudo. Senza di lui non potremmo correre”, dice Malika Yousufi, che è determinata a diventare la prima afgana a partecipare al Tour de France.
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