L’islam è la seconda religione in Italia per numero di fedeli, ma a causa della sua realtà frammentata non ha ancora raggiunto un’intesa con lo stato italiano. Le moschee spesso nascono come associazioni culturali e la mancanza di istituzioni ufficialmente riconosciute e rappresentative genera molte incertezze.

A Napoli, da sempre crocevia di popoli e culture, la situazione non è diversa: nonostante i cinquantamila musulmani presenti nel capoluogo campano, non esiste né una grande moschea né un cimitero consacrato alla sepoltura secondo il rito islamico.

Eppure, nel corso dei secoli, differenti influenze si sono radicate nel tessuto sociale, rendendolo un luogo aperto alla contaminazione e incline all’ospitalità. Complice la presenza dell’università Orientale e la sua posizione geografica, Napoli è stata uno degli approdi favoriti per i tanti musulmani giunti dalle altre sponde del Mediterraneo. Inoltre la forte presenza islamica ha favorito, negli ultimi decenni, un aumento considerevole delle conversioni e il fenomeno è diventato così rilevante che uno dei maggiori luoghi di culto cittadini è diretto da due italiani, Agostino Yasin Gentile e Massimo Abdallah Cozzolino. Si tratta della moschea di piazza Mercato, oggi luogo di diffusione della cultura islamica e presidio di prima accoglienza per i migranti.

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