La dipendenza dall’oppio è un problema in molte delle comunità più povere della Birmania. Ma per gli agricoltori che lo coltivano è l’unica fonte di guadagno.

Questa contraddizione emerge sopratutto nello stato settentrionale di Kachin. Migliaia di uomini e donne fanno incursioni nei campi e sradicano i fiori di papavero da cui si ricavano l’oppio e il suo derivato, l’eroina. Appartengono al movimento Pat Jasan, un gruppo di religione battista.

Il 25 febbraio alcuni degli attivisti del gruppo si sono scontrati con i contadini che volevano proteggere i loro campi. Quindici anni fa, le autorità birmane avevano annunciato un piano per convertire le piantagioni d’oppio ed eliminarle entro il 2014. Si è registrata una riduzione significativa, ma il paese continua ad essere il secondo tra quelli che producono più oppio al mondo, dopo l’Afghanistan.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it